L’altra faccia del calcio italiano si è vista martedì ai funerali di un ex calciatore come Carlo Petrini. Nessun dirigente, nessun trasporto o folla oceanica a ricordare un calciatore che nel bene e nel male ha segnato un’epoca.
Forse ancora piccati per le rivelazioni su doping e calcioscommesse negli anni 60-70 tutto il calcio che conta si è scordato di Petrini, ex attaccante di Milan e Roma fra le altre, facendo così che solo pochi volti noti fossero presenti a Lucca per le esequie del giocatore e scrittore. Oltre ai vecchi compagni di squadra al Milan, a Kurt Hamrin e Romano Fogli e alla vedova e alla figlia di Bruno Beatrice (giocatore morto a 38 anni di leucemia), l’unico volto noto e ancora attivo nel calcio era Franco Baldini, direttore generale della Roma, che ha portato con se una corona a nome della società. Assenti invece i rappresentati delle altre squadre in cui aveva militato Petrini, che vorrebbero seppellire, dopo il corpo, anche il ricordo di quel giocatore che sbagliò, pagò e poi rivelò tutto su una delle peggiori pagine del calcio italiano.