Siamo molto attenti alle dinamiche azzurre noi di Mondopallone. L’Europeo è alle porte, meno di un mese e ci immergeremo nella massima competizione continentale; l’Italia dovrà giocare per vincere, lo esige la sua storia, lo esigono i tifosi. Chi saranno i ventitré selezionati a difendere la nazione? Voglio indossare per un giorno i panni di Cesare Prandelli e provare a costruire una rosa valida, all’altezza di rivali attrezzatissime. Il tutto condito da una sana dose di realismo, senza cioè evitare quelle scelte che sembrano sicure negli orientamenti del c.t. Che sia chiaro: lo faccio solo per divertirmi.
PORTIERI:
Il reparto che offre le maggiori garanzie: non esistono dubbi sul titolare, il più forte al mondo, né sulla qualità delle riserve. Dietro a Buffon ci sono De Sanctis, Viviano e Sirigu; più defilati, con pochissime speranze di entrare a far parte della lista, troviamo Abbiati e Mirante. Io sceglierei i portieri di Napoli e Palermo per affiancare capitan Gigi.
DIFENSORI:
Non c’è da piangere, per carità, ma non ci si può neanche rallegrare. Il ruolo è in crisi, i migliori specialisti andiamo a prenderli all’estero: ci vorrebbe più fiducia nei confronti dei giovani italiani. La Juventus detiene la retroguardia meno battuta del campionato, i suoi singoli non entusiasmano le platee ma si rivelano molto efficaci. Credo che Bonucci, Barzagli e Chiellini si siano meritati la convocazione in blocco, visto che non navighiamo nell’oro. A loro aggiungerei Astori, centrale elegante e concreto, forse ancora sottovalutato dall’opinione pubblica. E sugli esterni? Anche qui i sorrisi sono pochi: Abate e Maggio dovrebbero essere certi del posto, anche perché il rivale Cassani non ha entusiasmato, dalla parte opposta Criscito può fregiarsi di una concorrenza davvero misera. Balzaretti resta migliore di tanti suoi colleghi.
CENTROCAMPISTI:
Le opzioni non mancano nel settore nevralgico, tutt’altro. Resta da vedere quanti centrocampisti Prandelli vorrà portare e, soprattutto, su quale modulo si baserà la formazione azzurra. Il c.t. è solito abbondare in questo caso: probabilmente convocherà otto giocatori per la linea mediana, accontentandosi di cinque attaccanti. Ciò in virtù anche della pochezza riguardante il reparto avanzato. De Rossi e Pirlo sono i pilastri dell’ossatura prandelliana, bisognerà però tentare di farli coesistere meglio perché i due, in alcune circostanze di gioco, sembrano quasi pestarsi i piedi. Marchisio è inamovibile, non sappiamo se dall’undici titolare ma certamente dalla rosa nel complesso, Aquilani e Montolivo fanno parte del gruppo sin dagli albori e non possono mancare. Il rossonero, se in forma, è un elemento di tutto rispetto, abile in entrambe le fasi; sul viola, invece, ma è solo una personalissima idea, concordo con riserva. Lo ritengo infatti uno dei calciatori più sopravvalutati dell’intero campionato, ma nei ventitré può starci. Così come ci sta Antonio Nocerino: rivelazione del Milan, quantità e qualità elevate alla massima potenza, nove gol come ciliegina sulla torta. Era uno del gruppo già dai tempi del Palermo, figuriamoci se Prandelli ci rinuncerà adesso. Restano due posti vacanti, come occuparli? Uno con Simone Pepe, scheggia impazzita, elemento duttile in grado di offrire una preziosa variante al modulo selezionato, anche a partita in corso. Per l’altro è bagarre, nessuno dei candidati appare in possesso dell’identikit ideale per completare e amalgamare il reparto. Chissà se il soldatino Giaccherini e il desaparecido ma esperto di nazionale Palombo ci sperano, oppure se, uscendo dal circuito abituale, troveranno considerazione i vari Poli, Cigarini, Schelotto, Galloppa e compagnia bella. Magari avremo un attaccante in più…
ATTACCANTI:
I calciatori dai quali passano le ambizioni di gloria, gli atleti che devono accendere la fantasia di un popolo intero. I nostri centravanti puri sono in crisi, inutile negarlo: l’Italia non ha il Mario Gomez o il Benzema di turno, dovremo affidarci ai piccoletti e ciò potrebbe – perché no? – rivelarsi la nostra fortuna. Via libera quindi a Cassano e Balotelli, come al solito carichi di dubbi e pressioni. Il primo deve ristabilirsi dal punto fisico, il secondo deve dimostrare di essere un uomo con il cervello. Ci riusciranno? Nell’attesa di risolvere l’interrogativo preferiamo sperare nel loro genio. L’alter ego dei due “ragazzacci” sarà Giovinco, e se lo merita: seconda grande stagione nel Parma, gol e assist a grappoli; i dubbi lui li sta scacciando con forza. E Di Natale? Ne farò una battaglia personale sino all’ultimo giorno, perché non si può rinunciare a chi ha siglato quasi cento reti in tre campionati. Totò si è guadagnato il diritto di far parte della spedizione, esperienza e classe gli consentirebbero di farsi trovare sempre pronto all’appuntamento. Vogliamo parlare di meritocrazia? Allora dico Osvaldo come quinto tenore dell’attacco. L’oriundo ha la media di un gol ogni due partite, svaria su tutto il fronte offensivo e si batte al pari di un leone; è il prototipo dell’attaccante moderno, lo disse Prandelli ad ottobre e migliore definizione non poteva trovare. E se Cesare, al fotofinish, decidesse di aggiungere un’ulteriore freccia al suo arco? Non riesco a procedere oltre Matri e Pazzini. Lo juventino ha un vantaggio: sembra decisamente più in palla.