E’stato, purtroppo, un weekend insolito. Una domenica senza calcio è come un cielo senza stelle: vuota, povera. La scomparsa di Piermario Morosini ha lasciato un segno in tutti gli amanti di questo sport, commemorare il ragazzo con una giornata di emozioni e riflessioni appariva doveroso.
Sabato ripartirà lo spettacolo che Piermario adorava tanto: bisogna andare avanti, è la vita, la nostra vita. Proviamo a riallacciare il nastro del massimo torneo con una serie di citazioni per elementi e protagonisti principali. Ecco il campionato come non lo avete mai visto: dalla A alla Z.
A – come AMAURI: Desaparecido nella Juventus, zero apparizioni e tanta rabbia. Il passaggio alla Fiorentina sembrava non aver mutato il triste declino di un grande attaccante: nessuna rete fino a quando, nella vigilia di Pasqua, l’italo – brasiliano risorge con un sigillo a San Siro. Fiorentina vittoriosa e Milan superato in vetta. Da chi? Proprio da quella Juventus. Ma guarda un po’ il destino…
B – come BABY: Mangia, Luis Enrique, Conte, Montella, Stramaccioni. Una cosa è certa: sui giovani allenatori non esitiamo a scommettere. Moda guardiolista o convinzione? L’importante è credere in ciò che si fa, aprendosi al nuovo solo se in esso troviamo qualcosa di meglio rispetto al vecchio. Capitolo campo: il progetto Roma è sotto gli occhi di tutti, l’Udinese continua a stupire e il Lecce spera nella salvezza grazie ai colpi di Muriel e Cuadrado. E’un piccolo passo, ma bisogna ancora crescere sotto questo profilo.
C – come CONTE: I dubbi sul suo conto c’erano, inutile negarlo. Si diceva venisse da Bari e Siena: ha dimostrato di meritare una platea molto più prestigiosa. Si diceva fosse un integralista e invece ha cambiato sistema di gioco, adattandosi alla caratteristiche dei suoi uomini. Non ha mai perso, la sua Juventus pratica un bel calcio e scende in campo come se dovesse disputare una finale ogni volta. Poi non sarà simpaticissimo, ma chi vince ha sempre ragione.
D – come DI NATALE – Una caterva di gol anche in questa stagione, una facilità di gioco quasi offensiva per gli avversari. Totò è come il buon vino, migliora con il passare del tempo. Forse nemmeno Ibrahimovic incide quando lui negli equilibri di una squadra, senza il napoletano è sempre dura per l’Udinese. Un messaggio: Cesare, portalo in azzurro!
E – come EUROPA – Chi arriva al terzo posto? Una Lazio dall’organico troppo corto, un’Udinese alquanto Di Natale – dipendente, una Roma da continui alti e bassi, un Napoli logorato dalla fatica o la vecchia Inter? Un’enigma senza fine, una gara a chi fa peggio. Tutti hanno avuto le loro possibilità nel corso della stagione, sembra quasi che la Champions non la voglia nessuno. E’proprio vero: gli sbagli, a volte, ci regalano solo conseguenze bellissime. Almeno ci divertiamo.
F – come FRATELLANZA – E’l’incredibile solidarietà attraverso la quale il mondo del calcio si è stretto intorno al ricordo di Morosini. Sarà pure un mondo inquinato, un sistema complesso e, purtroppo, anche corrotto. Ma la sensazione di condividere un destino comune, una sorte alla quale non ci si può sottrarre, resta immutata. Il marcio resiste, ma almeno un risultato è stato raggiunto: Piermario avrà gradito.
G – come GOL FANTASMA – Un episodio implacabile, sorgente di polemiche fin dal primo atto. Allegri continua a rimpiangere quel gol negato a Muntari, la Juve replica affermando che una sola partita non può falsare l’intero campionato. La verità sta nel mezzo: l’errore arbitrale non può essere dimenticato, ma la contesa deve andare avanti. Immaginate quale putiferio si scatenerebbe se le due compagini finissero la stagione a pari punti? Chi vivrà vedrà.
H – come HOTEL – La storia di Maxi Lopez è stata una delle più curiose negli ultimi anni: quasi una settimana rinchiuso in un albergo di Milano, a sperare nell’approdo in rossonero. Una favola , per fortuna dell’argentino, con il lieto fine. Anche Marquinho per sbarcare a Trigoria ha dovuto vivere qualcosa di simile; i ritiri, poi, fanno si che i calciatori siano ormai assuefatti agli alloggi fuori casa. Da lì partono i numerosi messaggi via Facebook o via Twitter, entrati definitivamente nella nostra quotidianità. Insomma: ci sentiamo un po’ tutti in perenne viaggio.
I – come IRRIDUCIBILI – Un applauso a quei settanta tifosi del Cagliari che, per un capriccio del loro presidente, hanno dovuto sobbarcarsi una trasferta fino a Trieste. E i sardi, sulla carta, giocavano in casa… E’ lo stesso applauso che rivolgiamo a quei matti che riempivano gli spalti nelle gelide nottate di fine gennaio, quando scendere in campo durante il giorno sarebbe stato troppo banale per i cervelloni della Lega. E’un applauso per tutti quelli che non mollano mai, che trovano sempre la forza di scovare il lato positivo in ogni situazione. Non è calcio senza di voi!
L – come LUIS ENRIQUE – Una novità per il nostro calcio. Non a livello tecnico, almeno per il momento, ma piuttosto per quanto concerne il modo di interpretare il mestiere: De Rossi fuori squadra per un ritardino, Totti sostituito da un 17enne con la qualificazione ancora da strappare, un sistema di gioco incorreggibile da qualsiasi evento. Ma i suoi calciatori lo amano, i dirigenti ancora di più. Vincerà? Non lo sappiamo, attualmente possiamo solo ringraziarlo per aver dato una scossa alla monotonia dell’ambiente calcistico.
M – come MURIEL – Un fenomeno, lasciatemelo dire! Vederlo in progressione o in dribbling è una goduria, un déjà vu fantastico: Ronaldo, quello vero. Una somiglianza da stropicciarsi gli occhi, un piacere puro per tutti i nostalgici di quel marziano che anni fa approdò in Italia. Il suo cartellino (e come ti sbagli?) è dell’Udinese, per il momento sta tenendo in vita il Lecce e, nel contempo, attirando le attenzioni di Milan e Inter. Il futuro, se lo vorrà, sarà tutto suo.
N – come NOCERINO – Un’escalation da non credere, una sorpresa non pronosticabile. Pagato mezzo milione, l’ultimo giorno di mercato, quando tutti i milanisti aspettavano ansiosi il fantomatico mister X. La fortuna premia gli audaci, mai come questa volta. La gloria di Nocerino non è frutto del caso: un impegno encomiabile, un moto perpetuo su entrambe le zone del campo, una facilità di inserimento davvero notevole. E adesso, dopo Ibra, il centrocampista dal forte accento napoletano è il calciatore più decisivo in questo Milan. Evviva!
O – come ONORE: Aspettiamo di vedere le ultime due, tre giornate per cantare vittoria, anche perché le polemiche ci saranno comunque. Finora, però, forse per stanchezza dopo il ciclone scommesse, nessuno regala nulla, nessuno vuole perdere il suo onore. E così il Cesena, dopo la quasi matematica retrocessione, è diventato un osso duro per chiunque; il Novara, ne siamo certi, si comporterà allo stesso modo. Il Chievo, nonostante qualcuno avesse dei dubbi, ha messo alla corde il Milan. Il calcio ha bisogn0 di recuperare la sua credibilità: continuate così!
P – come POLEMICHE: Milan contro Juve, Juve contro Milan, De Laurentiis contro tutti. Hanno litigato persino in Lega, poche ore dopo la morte di Morosini, per quale delle due prossime giornate dovesse essere giocata prima. Prima abbiamo lodato il lato bello del calcio, adesso non possiamo che menzionare il marciume che ci circonda. “Quell’arbitro è di Genova, quindi sfavorirà il Palermo perché l’anno passato ha decretato la retrocessione della Samp”, oppure “Perché non facciamo la finale di Coppa Italia a Londra?”. Siamo italiani: senza turbolenze non sappiamo stare.
Q – come QUARTI DI FINALE: Il massimo risultato raggiunto da una squadra italiana nelle coppe. Il Milan si è fermato contro i più forti, ma poteva certamente far meglio. L’Inter è stata eliminata da una formazione molto molto modesta, Udinese e Lazio non hanno entusiasmato in Europa League. E vogliamo parlare di Roma e Palermo? Eliminate da due club che in molti neanche conoscevano. Ma siamo davvero diventati così scarsi? Il problema è un altro: mente gli altri avanzano noi, convinti di non aver più nulla da imparare, rimaniamo impassibili al nostro posto. E avanti Germania, avanti Spagna, avanti Inghilterra!
R – come RECORD: La Juventus ha già infranto il suo record, quello legato alle gare consecutive senza perdere. I bianconeri possiedono l’occasione di registrare il primato assoluto di imbattibilità nei campionati a venti squadre. Capitolo terzo posto: si rischia anche qui, stavolta in negativo, di stabilire una nuova diversità. E la zona retrocessione? Esiste il pericolo concreto di retrocedere con 43 punti, roba mai vista. Roba adatta ad un torneo così pazzo.
S – come SCOMMESSE: Ma che squallore! Quando ci metteremo a far diventare il Simone Farina di turno una persona come tutti noi? E’un ambiente, come dicevamo, inquinato: ogni faccendiere ha la possibilità di entrare a farne parte, di provocare le sfortune di una società e poi, incredibilmente, di ritornare nel giro. E intanto i campionati vengono falsati dalle penalizzazioni, dagli stipendi non pagati e da ragazzi come Masiello. Denaro, denaro. E chi se ne importa della dignità?
T – come TERZULTIMA: Una bagarre infinita. Serviranno più punti del solito, perché il Lecce di Cosmi morde come una vipera. Chi rischia maggiormente? Forse il Genoa, in crisi d’identità e con una difesa colabrodo; oppure la Fiorentina, una squadra nella quale il gol è una chimera. Magari saranno proprio i salentini a pagare le fatiche di una rincorsa estenuante. Di certo dovremo tenere il fiato sospeso fino alla fine. Tutti coinvolti, tutti sulle spine: e chi vuol perderla la serie A?
U – come ULTIMATUM: Abbiamo realizzato come la mancanza di un defibrillatore a bordo campo sia una leggerezza imperdonabile. L’errore, ovviamente, è stato compreso dopo la morte di un ragazzo, quasi che senza la tragedia non sia possibile aprire la mente. La Juventus ci sta insegnando quanto uno stadio di proprietà faccia la differenza, il Cagliari ne sa qualcosa. La Germania ci soffia un posto nel Ranking Uefa perché l’Europa League è una cosa seria, ma noi la giochiamo con le riserve. Esiste un limite all’apprendimento e l’Italia lo ha raggiunto, ora basta. Rinascere o stabilirsi ai margini: cosa scegliete?
V – come VIAGGIO: E’ quello che aspetta i ragazzi di Cesare Prandelli, nell’Europa dell’Est. Un mese di passione, un mese di speranza, un mese in cui finalmente abbandoneremo l’ostracismo per far parte della stessa squadra. La rosa, a dire il vero, non ispira ambizioni trionfali, ma la nazionale italiana ci ha reso oramai vaccinati alle imprese. Il campionato lancia i suoi segnali: i difensori juventini, al momento, sono i più attenti; Osvaldo e Giovinco sono due attaccanti da convocare, senza dubbio; Pirlo, De Rossi e Buffon restano i nostri collanti. Poi c’è quel Di Natale, non aggiungo altro. Tocca a te, Cesare.
Z – come ZERO TITULI INTER: Suonerà amara questa frase per i nerazzurri, mai a secco dal 2005 in poi. Il grande ciclo è finito: niente rimpianti o nostalgie, è la vita. L’Inter ha tutto per inaugurare un’altra epopea vincente, a cominciare da un presidente ancora carico di entusiasmo. Stramaccioni si gioca il futuro in sei partite, Bielsa è un desiderio mai sopito. Tutto passerà dalla rosa: senza stoffa nessun sarto cucirebbe un buon vestito.