Rivoluzione Roma: ecco le mosse
“Alcuni calciatori sono stati sopravvalutati dal punto di vista caratteriale”. Più chiaro di così Franco Baldini non poteva essere: nel post partita di Lecce – Roma, l’ex braccio destro di Capello ha in pratica ammesso la bocciatura per un paio di elementi acquistati in estate. I giallorossi continuano a registrare alti e bassi, debacle clamorose al cospetto di compagini nettamente inferiori; quattro gol subiti a Cagliari, Bergamo e Lecce, una fase difensiva indegna della categoria. Un problema esulante dalla lunga scadenza conferita al progetto. Così non va: a giugno si cambia.
Il portiere sarà ancora Marteen Stekelenburg, su questo sembrano esserci pochi dubbi. Il gigante olandese non ha convinto del tutto, palesa qualche incertezza nel comando della retroguardia e, soprattutto, nelle uscite. A Trigoria lo giudicano però come uno dei migliori interpreti del ruolo: con una difesa più ermetica, l’ex Ajax crescerà. Dietro di lui ci saranno Lobont e Pigliacelli, l’attuale numero uno della Primavera, perché Curci se ne andrà. Una rivoluzione copernicana è quella che aspetta il reparto difensivo, vero e proprio problema tra i problemi in casa Roma. Occorrono due terzini nuovi di zecca, abili nelle due fasi e in grado di impossessarsi subito di un posto tra gli undici titolari; Rosi e Josè Angel partiranno dietro le quinte: denunciano amnesie pericolose dietro la metà campo avversari, ma sono giovani e hanno gamba. I loro prossimi rivali? Si parla di Isla, di Armero, di Azpilicueta e Dodò, detto il nuovo Roberto Carlos in Brasile e, probabilmente, già bloccato da Sabatini.
Nel cuore del reparto ci saranno Burdisso ed Heinze, indispensabili per la loro grinta e abnegazione, armi preziose all’interno di un gruppo. Kjaer ha poche chanche di essere confermato: ci si potrebbe pensare solo se il Wolsfburg rinnoverebbe il prestito. Juan tornerà al Flamengo. Piacciono molto Canini e Astori, protagonisti in coppia di grandi campionati con la maglia del Cagliari; Otamendi e Dedé, centrale del Vasco da Gama, non vengono persi d’occhio. I preferiti di Sabatini, però, rimangono Garay e Subotic, elementi costosi e difficilmente trasferibili dai rispettivi club di appartenenza. A centrocampo la situazione è leggermente migliore: intoccabili De Rossi e Pjanic, Gago e Marquinho conservano buone possibilità di essere riscattati. Entrambi godono della fiducia della piazza e, nonostante il trend della Roma, sono riusciti a dimostrare il proprio valore. Con una cifra totale intorno ai sette milioni si chiude con Real Madrid e Fluminense. Simplicio partirà, il giovane Viviani andrà a fare esperienza in un club di media o bassa classifica; Greco è in dubbio, mentre resterà Perrotta come uomo spogliatotio e si giocherà le sue chanche Florenzi di rientro dal Crotone. Uno o due innesti saranno fatti: Casemiro, Paulinho e Asamoah i nomi più gettonati.
Capitolo attacco: non si muoverà nessuno. Per Bojan, a meno di sorprese, sarà rinnovato il prestito con il Barcellona. Un elemento integrerà il reparto, si parla di Suarez, Torres e Rossi. Più realistico che arrivi uno tra Hernandez e Palacio. E Luis Enrique? Si spera che la società si decida a metterlo in discussione prima o poi, magari le ultime sette partite saranno decisive. L’asturiano potrebbe anche togliere il disturbo di sua spontanea volontà, in quel caso appare difficile oggi individuare l’eventuale successore. Chissà Spalletti, chissà Montella. Una cosa è certa: la Roma dovrà tornare a essere grande, temuta e cattiva. I tifosi non chiedono altro.