Se Teo Teocoli ci spiega il calcio…

Teo Teocoli opinionista ad una trasmissione di calcio è come Zlatan Ibrahimovic invitato a discutere di fisica. Anzi no: a quello ci pensa l’onnipotente Caressa. Nulla contro il buon Teo, per carità, piuttosto me la prendo con chi ha il compito di selezionare la gente più adatta a esprimere pareri su una materia così complessa. Credo nella competenza e nel rispetto dei ruoli: i segreti della carne ce li deve spiegare il macellaio, non lo scrittore. Così vale per il calcio.Non ci rendiamo conto che stiamo sminuendo il valore e la specificità del nostro sport. Spesso si sostiene come il calcio sia bello perché ognuno può vederlo diversamente e giungere quindi a conclusioni diverse, creando così dibattiti mai inutili e sempre costruttivi. Questo deve però accadere al bar, non in programmi televisivi per i quali noi, semplici cittadini, paghiamo il canone. Se io pago per vedere la Domenica Sportiva, voglio che uno spunto alla mia visione delle cose mi sia offerto da Mario Sconcerti, non da un mimo! Smettiamola con il luogo comune che si tratta di un gioco, accessibile per le orazioni di tutti ed esulante da qualsiasi studio particolare. Esistono persone che dedicano la vita intera alla comprensione profonda del calcio, senza tuttavia mai riuscirvi. Molti di essi stanno a casa: il posto è già occupato da attori di parte, da schiavi del potere.

Lor signori non accetterebbero mai una lezione di cinema dai discepoli di Gianni Brera: è ora di ripagarli con la stessa moneta. Che squallore Controcampo! Un pubblico telecomandato, tre – quarti di trasmissione dedicati alla moviola e un paio di saccenti opinionisti. Uno è il grande Diego Abatantuono, ex campione del mondo nel 1982 e poi allenatore di Parma, Fiorentina e Inter. Ah, no: è quello di “Eccezzziunale veramente” (chissà se bastano le z). Il guaio, se di guaio si può parlare, è che anche coloro i quali avrebbero tutti i titoli per offrirci lezioni di calcio, finiscono vittime di un’esaltazione che solo lo schermo è in grado di provocare. Prendete Zvonimir Boban, un ex campione, stavolta sul serio. Il croato si è travestito da unico possessore della verità, irraggiungibile per i comuni mortali; le sue disamine sono velate dal disprezzo per gli onesti mestieranti del pallone, proprio quelli che gli garantivano l’opportunità di sfogare il suo talento. E così un Bologna – Parma, sfida in cui compaiono i vari Diamanti, Ramirez e Giovinco, diventa un’esibizione tra due compagini totalmente prive di qualità, una sorta di scapoli contro ammogliati. Sfera lunga alla viva il parroco! La Roma è dipinta come una squadra di sbandati, incapace secondo il profeta di battere in casa il Novara. Mutu è di un altro pianeta rispetto a Baggio, Matri è scarso e non si discute. La realtà è questa: punto e basta. Hai sempre ragione Boban!

Sky Sport ci ha cambiato la vita (pensate che sfacelo se fossimo rimasti eternamente con i soli Teocoli e Abatantuono),  ma, si sa, ogni famiglia ha i suoi scheletri nell’armadio. Boban è in buona compagnia: Massimo Mauro e Ilaria D’Amico. L’ex centrocampista non nasconde in nessun modo le sue inclinazioni; se gli si chiede un giudizio tecnico (tecnico, ripeto) sulle squadre di Zeman, il simpatico volto della domenica risponde così: “Non comprendo la sua antijuventinità, però ci offre un bel calcio”. Come a dire che Elia Modugno sia un buon cronista nonostante tifi Fiorentina da romano. Cosa centra l’ultimo particolare? La bellissima Ilaria, invece, oltre a lottare con i suoi freni inibitori ogni qual volta l’argomento è Zlatan Ibrahimovic, è decisamente attratta dal potere. Come dimenticare il servilismo forsennato nei confronti di Galliani o Conte? Quando il povero Sannino si è presentato ai microfoni di Sky dopo Juventus – Siena, si è cercato in ogni modo di farlo sentire in colpa per il rigore non concesso ai bianconeri. Ma poverini! Giustificata solo per qualità poco nascoste.

Su Fabio Dio Caressa non voglio spettegolare perché ci ha fatto vincere i mondiali: come credete altrimenti che il tiro di Grosso sia entrato? Un trio offensivo bello e dinamico potrebbe essere quello costituito da Tiziano Crudeli, José Altafini e la buonanima di Maurizio Mosca. Allenatore Biscardi. Una sfida continua, vince chi spara più cazzate. Speriamo almeno lo facciano apposta. L’importante è che non esagerino: il furbo Luca Giurato potrebbe ingelosirsi e rilanciare pesantemente l’attacco. Questa è la storia di individui diventati personaggi, di efficaci architetti di una fama costruita attraverso l’emblematico mondo della televisione, grazie a un calcio ormai simile al Grande Fratello. Già, il calcio: è come una donna che avrebbe tutto per essere bellissima e inavvicinabile, ma che invece è trattata e sfruttata al pari della più classica sgualdrina di turno. Adesso scusatemi ma devo andare, ho una lezione di botanica con il prof. Capello.

P.S. Non voglio dare lezioni a nessuno perché non sono nessuno. Francesco Loiacono è l’ultimo fesso, uno studente ritardato in mezzo al mare di professoroni. Il mio è uno sfogo da appassionato, da misero telespettatore che vorrebbe il meglio per continuare a pensare e capire il calcio. La mia critica non è rivolta al Teocoli di turno: essere pagati per discutere dello sport più bello al mondo è favoloso, chiunque ne sarebbe lieto. Sono piuttosto infervorato con i produttori delle trasmissioni, con i numerosi faccendieri che gravitano nell’oceano tv. Così rovinate il calcio! Potreste ribattere dicendomi che l’audience richiede ormai questo e gli affari sono inderogabili. Mi arrendo quindi al mondo che fa di tutta l’erba un fascio. Peccato!