Josè Mourinho torna a parlare. E lo fa seguendo il suo stile, irriverente, quasi arrogante ma terribilmente coinvolgente.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera infatti, lo Special One afferma: “Se mi sento un vincente? No, io sono un vincente.Mi riesce naturale, essere leader è il mio lavoro da diversi anni. La gente si dimentica di quelli che perdono. In dieci anni nessuno ha vinto come me, anche se ci vuole sempre un po’ di fortuna“.
Qual è l’iter vitae che ha portato quest’uomo ad assumere questo atteggiamento e a conquistare tutti i tifosi delle squadre allenate?: “Non so. Penso di essere stato competitivo fin da bambino, tutto per me era competizione, anche le cose più semplici. E quando sei in competizione, vuoi vincere. Penso che sia qualcosa con cui sono nato“.
“Sento il rumore dei nemici…” una delle tante leggendarie frasi pronunciate ai tempi nerazzurri. Mourinho ha bisogno di questo rumore per vincere?: “Il rumore dei nemici, nel calcio, è fondamentale specialmente quando sei in un momento di successo. Aiuta perché ti stimola a far meglio.”
“Zeru tituli..”: quella storica conferenza stampa fu programmata?: “Io pianifico sempre le conferenze stampa. Quando c’è la partita sono focalizzato sulla partita, quando c’è l’allenamento sull’allenamento, quando devo parlare so esattamente quello che devo dire“.
Tornerà all’Inter?: “Su questo argomento non c’è nulla da dire. Ho altri due anni di contratto con il Real e non ho mai detto che non sarei rimasto a Madrid“.
La sua discussione più accesa?: “Forse quella con Ibrahimovic, l’unica che ho avuto con lui. È durata 5 minuti. Lui voleva andare al Barcellona per vincere la Champions, io ero arrabbiato con lui e gli dicevo: stai qui e vincila con l’Inter“.
Infine, quali sono i prossimi obiettivi di un allenatore che ha vinto così tanto?: “Nel calcio sono tre, tutti molto difficili. Essere l’unico ad aver vinto la Champions con tre squadre differenti. Essere l’unico ad aver vinto i tre campionati più difficili del mondo, Inghilterra, Italia e Spagna. Essere tra qualche anno il primo a vincere qualcosa con la nazionale portoghese“.
Mourinho, in tutto il suo stile, quasi arrogante ma terribilmente coinvolgente.