Bielsa e l’innovazione al servizio dello spettacolo: conosciamo meglio il tecnico argentino

L’Athletic Bilbao di Marcelo Bielsa è ormai una piacevole realtà del calcio europeo.  Un gioco spumeggiante e una cultura offensiva che regala a platee di tutto il continente spettacolo e gol a raffica. Il tutto impartito da un allenatore dotato di grandissima conoscenza tecnico-tattica e di un ideale di calcio spregiudicato e oserei dire coraggioso.

Oggi mi piacerebbe soffermarmi su questa figura così enigmatica ma al contempo così amata e desiderata, un allenatore che sa insegnare calcio e che sa conquistare ogni stadio: Marcelo Bielsa.

Essendosi ritirato a soli 25 anni dopo una carriera da difensore centrale con le maglie di Newell’s Old Boys, Instituto de Cordoba e Argentino de Rosario, Marcelo Bielsa ha iniziato subito la carriera da allenatore. Vittorie e imprese sulla panchina del suo primo club argentino e primo amore, il Newell’s appunto, hanno addirittura fatto sì che il suo nome divenisse quello dello stadio stesso. Ha vagato per nazionali (con l’Argentina vinse le Olimpiadi di Atene nel 2004) e club sudamericani. La sua prima esperienza in Europa fu nel 1998 nell’Espanyol. Sfortunata e breve, tant’è che i dubbi sull’effettivo valore di questo allenatore si moltiplicarono.

Oggi Bielsa è tornato di gran carriera sulla scena mondiale e stupisce tutti, di nuovo. Rifiutata la ben più prestigiosa e blasonata panchina dell’Inter (Moratti ne è innamorato da sempre) per la parola data all’Athletic Bilbao, Marcelo Bielsa da gran signore e da professionista esemplare ha preso in mano le redini della società basca e ha iniziato un lavoro incredibile che in pochi mesi ha riportato dopo anni alla ribalta i biancorossi di Spagna e che lo ha consegnato all’Europa odierna come uno dei migliori al mondo.

L’Athletic Bilbao gioca in maniera incredibilmente coinvolgente, è l’espressione dell’armonia di movimento e la rapidità di pensiero, oltre alla prova evidente di cosa sia il calcio spettacolare e offensivo: insomma, in poche parole la filosofia calcistica di Bielsa.

TATTICA: L’allenatore argentino non è un integralista, la sua personalità e la tua intelligenza in materia di tattica fanno sì che il modulo da lui adottato possa variare a seconda della situazione. Il suo modulo preferito è comunque un insolito 3-3-1-3, un sistema di gioco che presuppone grandissima corsa e abnegazione da parte di ogni componente della squadra. nell’Athletic però Bielsa adopera il 4-2-3-1 con 3 mezze punte (tra cui il gioiellino Muniain) alle spalle del bomber Llorente, oppure il 4-3-3 caratterizzato dalla tecnica in velocità e gli inserimenti degli esterni alti e il cannoniere a raccogliere il lavoro della squadra. Gli esterni, sia offensivi che difensivi, sono la chiave del suo gioco: l’interscambiabilità fra terzini e ali è fondamentale e assicura copertura e spinta. Altro fulcro nel sistema “bielsano” è il regista davanti alla difesa (ruolo occupato negli spagnoli da Javi Martinez, oggetto del desiderio di quasi tutte le big europee): il mister in questo caso chiede al contempo filtro e tenacia per coprire i difensori, sia che essi siano 3 o 4, e visione di gioco. E’ un allenatore che punta sui giovani, dà fiducia e sa caricare in maniera incredibile la squadra. Dopo qualche mese a Bilbao ora i suoi ragazzi lo seguirebbero anche in capo al mondo.

EL LOCO: Quel soprannome particolare ed emblematico che accompagna il mister sudamericano da sempre. Grazie, o a causa che dir si voglia, del suo temperamento focoso, schietto e schivo, Bielsa è per tutti “el loco“, il pazzo. Forse un po’ eccessivo, forse esagerato, forse dovuto anche alla maniera in cui vive il calcio. Per lui infatti il pallone è tutto, è l’unica ragione di vita. Il suo approccio con il mestiere è a dir poco maniacale, non lascia nulla al caso e i dettagli sono il suo pane quotidiano; si dice addirittura che prima della partita con lo Shalke 04 abbia visionato più di 40 filmati di partite della formazione tedesca. Molti vogliono per questa serie di motivi trovare, forse in modo forzato, chissà, somiglianze con Mourinho. Certo, entrambi vivono il calcio quasi come un’ossessione, uno scopo di vita. Ma sono molto diversi, soprattutto nei rapporti con la stampa. Mou è l’emblema di cosa significhi dominare la scena, conquistare la platea a parole e fare delle conferenze stampa dei veri e propri show. Bielsa è esattamente il contrario: affronta gli incontri con i giornalisti quasi come se fossero supplizi, sacrifici. E’ uno che dosa per bene le parole e non ne distribuisce a fiumi, questo è certo. Il suo carattere schivo è un suo marchio di fabbrica. Bielsa e Mou però alla fine hanno la stessa essenza: o li si ama o li si odia. Non hanno vie di mezzo ne’ con giocatori ne’ con nessun altro. Vivono di tattica e teoria calcistica. Forse è per questo che Moratti è letteralmente infatuato di questo argentino che tutti chiamano pazzo ma che, forse, tanto matto non è.

Sarà l’allenatore dell’Inter? Chissà. Sicuramente nella mente di Moratti un’idea del genere balena già da un po’ e la tentazione di affidare la panchina della Beneamata a Bielsa è forte. Il matrimonio non celebratosi la scorsa estate ha paradossalmente fatto aumentare la stima del patron nerazzurro nei suoi confronti: si sa, in amor vince chi fugge. Moratti nonostante tutto ha apprezzato il gesto del mister di rispettare la parola data in precedenza al club basco, un atto di signorilità. Bielsa non è uno che tiene ai soldi, non più del dovuto almeno. Quel che conta per lui è il progetto, è avere in pugno spogliatoio e pubblico, tifosi e presidente. Vuole una squadra giovane, determinata, che lo segua ovunque e spregiudicata.

Ora l’Inter, in mano a mister Stramaccioni, cercherà di concludere il più degnamente possibile la stagione. Una conferma dell’ex allenatore della primavera nerazzurra non è da escludere, soprattutto in caso di risultati estremamente positivi. Ma si sa, Moratti è un romantico, quando si innamora di un’idea, di un progetto incarnato da un allenatore deciso e di carisma come Bielsa è difficile tener testa ai suoi sentimenti, soprattutto ora che sull’allenatore sudamericano è piombato il Barcellona, molto interessato nel caso in cui Guardiola saluti la compagnia. Insomma, questo “loco” da Rosario continua ad impressionare e a far innamorare di se’ praticamente tutti. Un amante del calcio ha stregato il panorama pallonaro europeo e questa estate si preannuncia calda e rovente per il matto argentino che, forse, a giudicare da tutti questi aspetti, tanto matto non è.

 

 

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Marco Macca