Zeman a tutto campo: “Se chiama Moratti non rispondo. E su Juve e Roma…”
E’ uno Zdenek Zeman a tutto campo quello che parla a ‘Il Corriere dello Sport’ affrontando tanti temi d’attualità: dal suo possibile approdo all’Inter, alla Roma di Totti e Luis Enrique fino alla amata/odiata Juventus.
Zeman smentisce di aver avuto contatti con Massimo Moratti negli ultimi tempi per sostituire Claudio Ranieri nella prossima stagione sulla panchina nerazzurra, anzi ammette che ad un’eventuale chiamata del presidente interista non risponderebbe neppure: “Voci su un mio passaggio all’Inter? A dire il vero, Moratti non lo sento dal 1994, quasi venti anni fa, quando mi chiamò ma io, probabilmente sbagliando, gli risposi che ero già impegnato. – continua Zeman – Lui forse si è offeso e da allora non si è fatto più sentire. Se mi richiamasse ora? Impossibile, non rispondo ai numeri sconosciuti”.
Chiusa la parentesi di mercato il tecnico parla di Francesco Totti e del suo utilizzo da centravanti, non risparmiando critiche ha chi lo ha impostato in quel ruolo: “Il giocatore più importante che ho avuto è stato Francesco. Ha avuto una carriera strepitosa, nonostante due infortuni gravi. Io lo vedevo in attacco sulla sinistra e sono ancora convinto che se avesse continuato in quel ruolo avrebbe potuto giocare fino a 50 anni. Invece lo hanno messo centravanti e lì in mezzo ha preso troppe botte. – continua pungendo poi il tecnico spagnolo Luis Enrique – Quello che lui considera innovazione in realtà in Italia risale a tempi antichi. Il suo possesso palla prolungato lo faceva Liedholm“.
La chiusura è dedicata alla Juventus, con Zeman che torna a parlare di Buffon e di quanto detto dal portiere azzurro a seguito della gol-non gol contro il Milan a San Siro: “Perchè ho accusato Buffon? Mi hanno chiesto un parere e l’ho dato. Secondo me contro il Milan lui è stato il primo ad accorgersi che la palla era entrata, altrimenti invece di spingerla fuori l’avrebbe schiacciata a terra. Le bugie non si devono dire, ammettere che era goal non significava tradire i compagni. – continua cercando di chiarire l’etichetta di anti-juventino – C’è da chiarire un equivoco: io non sono anti bianconero, anzi, sono nato juventino. Andavo a fare il tifo sin da piccolo quando l’allenatore era mio zio Vycpalek che ha vinto due scudetti ed è arrivato a una finale di Coppa Campioni. Solo che se poi mettono a capo della Juventus chi non dovrebbero, mi dissocio”.
[Fonte: Corriere dello Sport]