Non sarebbe affascinante avere un Milan B, una Juve B o una Roma B da cui pescare giovani talenti pronti per la prima squadra? In effetti l’ipotesi che Damiano Tommasi e l’AIC stanno valutando è molto interessante da molteplici punti di vista. Innanzitutto i fallimenti continui delle squadre di Lega Pro, non ultimi la Triestina e il Piacenza, rendono molto chiara la situazione finanziaria in cui versano i club di quella che è la vecchia Serie C. Una riforma del campionato di Lega Pro appare francamente necessaria, anche (e forse soprattutto) per limitare le critiche su esiti di partite, diciamo così, poco trasparenti di Prima e Seconda Divisione che si verificano Domenica dopo Domenica. L’introduzione in Lega Pro delle squadre B, composta da soli calciatori under-23,potrebbe (dico potrebbe) dare un colpo importante alla piaga del calcioscommesse. Ma non finisce qui. La crescita dei giovani è sicuramente un obiettivo che questo progetto dovrà prefissarsi. Troppo spesso assistiamo a talenti di belle speranze cresciuti in squadre importanti che, tra un prestito e l’altro, finiscono per far perdere inspiegabilmente le proprie tracce. Ecco giocare e farsi le ossa nella squadra in cui si cresce sin da giovanissimi, potrebbere rappresentare un vantaggio non indifferente per il futuro ingresso nel calcio dei “grandi”. Tutti abbiamo davanti agli occhi l’esempio del Barcellona, che dalla squadra B riesce incredibilmente a far esplodere calciatori (basti pensare a Cuenca e Tello) che Guardiola non ha timore di impiegare al fianco di Messi, Iniesta e compagnia. Se l’esempio è quello della squadra che per molti è la più forte di ogni epoca, allora perchè non provarci?