Gli orrori di Moratti
Il vecchio e caro Moratti è tornato alla ribalta. Non fraintendiamo, non è che prima, cioè quando l’Inter alzava al cielo trofei su trofei, alla guida della Beneamata ci fosse un altro presidente. Semplicemente, prima Mancini, e dopo Mourinho, hanno nascosto i tanti difetti di gestione societaria del buon petroliere. Ora che invece, Cambiasso non corre più, Lucio e Samuel vengono saltati come birilli, e che soprattutto la davanti non c’è un Eto’o o un Ibrahimovic che ti possa salvare, tutte le continue malefatte del morattismo vengono a galla. Da due anni a questa parte il patron nerazzurro coadiuvato dai fidi cavalieri di nome Paolillo e Branca (avessi detto Italo Allodi) han commesso orrori su orrori, come in una sorta di gara dove il vincitore è chi sbaglia di più: dalla cessione di Mario Balotelli, regalato in pratica al Manchester City, a quelle più vicine ai giorni nostri. Eto’o all’Anzhi, che avrà fatto risparmiare qualcosa sul monte ingaggi, ma ha lasciato l’Inter in balia di se stessa. Al posto del camerunense fu acquistato Forlan, scaricato dall’Atletico Madrid, che ovviamente era a conoscenza dello stato fisico dell’uruguagio, a dir poco pessimo. Nel mese di gennaio la società nerazzurra completa l’opera cedendo Motta al Paris Saint Germain, elemento cardine dell’Inter di Ranieri, al quale verrà poi affidato – per sostituire l’italo brasiliano – il duo ‘Chi l’ha visto?’, ovvero Angelo Palombo, riserva della Sampdoria in serie B, e Fredy Guarin, finora noto solo per i suoi post su Twitter.
Una mescolanza di ingredienti ormai scaduti hanno gettato la squadra negli abissi di un Campionato a ridosso della zona Europa League, mentre in Champions le cose non sono andate certamente meglio: buttata fuori da un Marsiglia mediocre, complici anche le disattenzioni di una difesa, e la pochezza di un reparto offensivo al limite della decenza, fatta eccezione in piccola parte solo per Milito. Ciò che adesso dovrebbe far preoccupare i tifosi nerazzurri è il domani, ossia su quali basi si potrà iniziare la prossima stagione: i presupposti non sono buoni, anzi, la linea che sta tracciando Moratti è assai simile a quella solcata l’estate scorsa. Dubbi, incertezze, conferme o non conferme, Villas Boas o Blanc, Bielsa o Mazzarri, Montella o Oronzo Canà: una decisione prima o poi bisognerà prenderla. Anche perché i soldi investiti in passato ora non ci sono più, come dimostra la messa in vendita della Saras o la ricerca angosciante da parte del leader maximo di soci stranieri, disinteressati sicuramente a investire nel calcio, tanto più in una società piena di debiti. L’unica strada possibile sarà quella di impostare un progetto a lungo termine, che non porti a competere per i massimi traguardi nell’immediato, ma che possa inaugurare un nuovo ciclo, duraturo negli anni. Il problema è la pazienza: Moratti non ne ha, e non ne ha mai avuta, ragion per cui ai tifosi dell’Inter toccherà sperare in un miracolo dall’alto. Che la divina provvidenza illumini il presidente, rimasto ancorato al sogno della magica notte di Madrid.
RAFFAELE AMATO Twitter @6RA9