Vuoi vedere che RDM è migliore di AVB

Sfortuna, inesperienza, errori: metteteli insieme questi elementi, shakerateli e versateli in un campo da gioco per 120 minuti di sofferenza, sudore e corsa. Ecco gli ingredienti di un coktail amaro, versato nel bicchiere del Napoli e dei suoi tifosi, delusi e orgogliosi alla fine di quella che è stata sì una sconfitta, ma che ha messo in luce la purezza e la grinta di un gruppo che, siamo certi, impiegherà poco tempo ad assorbire la botta e a rialzare la testa.

Ora, il barman che ha creato questa miscela, velenosa per il popolo azzurro, mielato per quello Blues è un ragazzotto che a Londra, sponda Chelsea, ci è arrivato qualche anno fa, lasciando l’Italia ed il suo campionato per cercare e trovare fortuna in una formazione che proprio in quegli anni stava cominciando ad imporsi nel panorama calcistico internazionale. Lui è Roberto Di Matteo, italiano nato in Svizzera, centrocampista dai piedi buoni che ha deciso di cercare fortuna alla corte di Roman Abramovich.

L’ex laziale, come detto, fu uno dei primi avventurieri della colonia di calciatori italiani che si trasferì a “Stamford Bridge”, insieme a Vialli, Zola, Casiraghi e altri che avevano assaggiato il campionato nostrano. Terminata la sua carriera agonistica, Di Matteo è rimasto in Inghilterra, chissà, affascinato dallo stile di vita british e proprio nella terra di Sua Maestà la regina ha mosso i suoi primi passi da allenatore. Un’avventura in terza divisione con Milton Keynes Dons la panchina del West Bromvich, le tappe del coach italiano prima di essere nominato vice di Andrè Villas Boas.

Proprio nell’ombra di AVB, come viene abbreviato in rete l’allenatore portoghese, Roberto Di Matteo, per noi RDB, ha cominciato a cucire quei rapporti con dirigenza e calciatori che gli hanno garantito la promozione ad allenatore della prima squadra in seguito all’esonero dell’ex mister del Porto. Tre partite, solo 180 minuti sono bastati al’ex nazionale azzurro per riportare ottimismo e, soprattutto, risultati in un ambiente che solo due settimane fa era depresso, col morale sotto terra per una stagione anonima, sciagurata e a forte rischio eliminazione in Champions League dopo i tre schiaffi presi al “San Paolo”.

Invece, Birmingham in FA Cup, Stoke City in Premier League e, appunto, Napoli in Champions hanno regalato ai londinesi tre vittorie belle e importantissime al fine dei diversi fronti su cui il Chelsea è ancora impegnato. Il tutto ottenuto con un nuovo spirito, un nuovo gioco e una nuova consapevolezza nei propri mezzi, di cui RDB è uno degli artefici principali. Un esempio su tutti è lo spiritato Drogba visto ieri sera: un giocatore diverso e rigenerato rispetto a quello abulico ammirato tre settimane fa in Italia.

Non sappiamo al momento come si evolverà la stagione dei Blues, ma se il buongiorno si vede dal mattino, c’è da scommetterci che in sole tre partite RDB ha quasi raggiunto il lavoro fatto da AVB in quasi nove mesi di impiego a Londra. Continuando così, forse, anche Abramovich potrebbe prendere in considerazione l’eventualità di mantenersi stretto un tecnico efficace, che potrà dare nuova linfa ad una rosa comunque da svecchiare.