ESCLUSIVA MP – Intervista a Egidio Notaristefano, allenatore del Carpi

Terza puntata del nostro viaggio tra le realtà della Lega Pro, una categoria mai avara in termini di favole calcistiche. Una bella storia è quella che si vive a Carpi, secondo comune più grande della provincia di Modena con ben 70.000 abitanti. La società capeggiata da Claudio Caliumi sta facendo sognare una città intera, superando ogni aspettativa nel girone A di Prima Divisione.

Il Carpi, una vita tra dilettanti e serie C, nell’estate del 2000 andò incontro al fallimento: retrocessione in Eccellenza e dieci anni di purgatorio finché, nel 2010, arrivò il ripescaggio in Seconda Divisione. La formazione guidata da Sottili, attuale tecnico della Carrarese, sbaragliò la concorrenza proprio di quest’ultima e ottenne un’inaspettata quanto gioiosa promozione. Il resto è storia nota: Egidio Notaristefano dirige una squadra piena di giovani talenti, imbattibili tra le mura amiche e quarti in classifica. Notaristefano da calciatore fu una promessa in parte mancata a causa di un terribile infortunio che lo attanagliò, purtroppo, nel momento in cui la Juventus decise di investire su di lui e prelevarlo dal Como. Lui non mollò, togliendosi soddisfazioni sia da atleta che adesso in panchina.

Mister, il suo Carpi è quarto a 43 punti. Siete andati oltre ogni aspettativa?

Direi proprio di si. Con una rosa colma di giovani, l’obiettivo prioritario era quello della salvezza. Siamo riusciti a superarci e adesso ci giochiamo i playoff.

Proprio in tema playoff: quali sono le rivali che teme maggiormente?

E’ difficile dirlo perché siamo sei o sette squadre a disputarci l’accesso agli spareggi: dal Lumezzane in su tutte possono farcela. Non ne temo una in particolare, si tratta di compagini molto forti e attrezzate.

Parlava prima di una squadra formata perlopiù da giovani talenti. Se la sente di sbilanciarsi sul futuro di qualcuno?

Non lo faccio per un semplice motivo: l’esperienza mi ha insegnato che non è mai saggio sbilanciarsi quando si lavora con i giovani. Ne abbiamo tanti bravi, però devono solo pensare a crescere e a lavorare.

Lei fu un grosso talento del calcio italiano: giocava nel Como e la Juventus lo aveva praticamente acquistato. Poi?

Poi arrivò un brutto infortunio che mi precluse tale opportunità. E’ stato un duro colpo, ma ho avuto la forza di rialzarmi e adesso non ho rimpianti. Sono soddisfatto della mia carriera.

Le cronache parlano di un Notaristefano che quasi svenne quando, 17enne, si trovò di fronte Stefano Borgonovo.

Non capisco chi abbia messo in giro questa storia (ride). Non mi successe nulla al cospetto di Stefano per una sola ragione: lo conoscevo già da tempo per averci giocato assieme nella primavera del Como.

Passando ai raggi X la rosa del Carpi, rimbalza all’occhio il nome di Gabriele Cioffi, difensore centrale esperto e con molte presenze in serie B. Che peso ha nel gruppo?

Si tratta di un calciatore importantissimo per le sorti del Carpi; possiede un’esperienza notevole, in campo è una sicurezza. Avendo tutti questi giovani, inoltre, la sua presenza diventa ancora più decisiva perché possono assumerlo come esempio e maturare ulteriormente.

Ma il girone A chi lo vince?

Per il punto in cui siamo arrivati dico Ternana. Sia per il buon vantaggio nei confronti del Taranto, sia per la forza dimostrata dalla squadra a disposizione di Toscano.

Prima di lei abbiamo sentito il collega Remondina, tecnico della Feralpi Salò, nel girone B. Lui sostiene che nel suo torneo ci sia più competitività: è d’accordo?

Sicuramente il girone B è più equilibrato, è un dato oggettivo. La classifica è cortissimo, questo forse lo rende più interessante per gli spettatori. Però non credo che sia maggiormente competitivo, anche nel nostro girone ogni partita è difficile e le compagini sono tutte organizzate.

Mister, lei allenò il Novara nell’anno precedente all’inizio della gestione Tesser. E’rimasto stupito dal doppio salto dei piemontesi?

A Novara si lavora benissimo, conservo un ottimo ricordo della mia esperienza laggiù. Tesser è riuscito in qualcosa di eccezionale, ma posso tranquillamente affermare che non mi sono stupito di nulla. Dietro il Novara c’è una società competente e all’avanguardia, assolutamente meritevole della massima categoria.

Chiudiamo con una chiosa sulla nostra Lega Pro: troppo trascurata dai vertici del calcio? 

Egoisticamente le dico che, lavorando in Lega Pro, sarei molto contento se ci fosse più attenzione da parte dei vertici. Non si finisce mai di migliorare: aumentare il livello di questi campionati sarebbe estremamente produttivo. Anche perché stiamo parlando di un calcio vero, popolato da numerosi giovani interessanti e validissimo come serbatoio per i top club.