Lo strano caso El Shaarawy

Bello, forte e giovane. Tra i protagonisti del 2012 rossonero, Stephan El Shaarawy, per poter festeggiare la seconda convocazione nell’Under 21 azzurra, ha dovuto aspettare il lancio di Fabio Borini nella nazionale maggiore.Suona un po’ strano ma è così. Il talento scuola Genoa, infatti, nonostante un ottimo stato di forma, il quale lo ha spinto in alto nelle gerarchie milaniste, non rientra nelle grazie del ct Ciro Ferrara. Il panorama nostrano, effettivamente, regala un buon numero di attaccanti dalla grandi prospettive: Insigne, Destro, Gabbiadini, Paloschi e lo stesso Borini. Tutti bravi, per carità. Possibile però che il 19enne di Allegri non sia all’altezza dei coetanei o superiore ad almeno uno di essi? Gioca con personalità nel Milan, è abile a svariare intorno alla prima punta, è cresciuto dal punto di vista fisico e, particolare non trascurabile, possiede il gol facile.

Le dinamiche di un gruppo, ovviamente, recitano un ruolo preminente rispetto alla qualità tecniche; i calciatori dediti alla causa, spesso, restano inamovibili nelle decisioni dei ct pur attraversando momenti non esaltanti. E’ il caso di Paloschi o di Gabbiadini, utilizzato col contagocce nell’Atalanta ma inarrestabile quando veste l’azzurro. Magari El Shaarawy non si integra alla perfezione con gli altri ventidue, un’ipotesi che ridimensioniamo perché appare evidente la serietà del ragazzo. E allora cosa c’è sotto? Una normale scelta dell’allenatore. Il lavoro di Ferrara è da rispettare: vittorie a grappoli e valorizzazione di molti elementi che, grazie all’Under, stanno adesso facendosi notare anche nei rispettivi club. Ma è giusto sottolineare pure come la logica di tale esclusione eccellente sia di difficile comprensione. El Shaarawy è un talento cristallino, scommettere su di lui per un futuro luminoso è alquanto conveniente; addirittura c’era chi, forse per ora esagerando, invocava una sua chiamata da parte di Prandelli. Per la nazionale dei grandi è ancora presto, per quella degli apprendisti è più che mai l’attimo giusto: un’orchestra ben funzionante si potrebbe arricchire di un musicista ancora migliore. Pensaci Ciro!