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L’ultima di Alex nella Scala del calcio

Tutto ha una fine, purtroppo. I meritevoli, però, sopravvivono all’emisfero materiale della vita, giacciono intoccabili nel cuore e nella mente del popolo, spiccano il volo verso una zona mistica: l’eternità. Alessandro Del Piero ha il privilegio di essere uno dei pochi calciatori a procedere oltre la bandiera, a unire le più svariate fedi nel riconoscergli una grandezza unica.Raramente, forse mai, udiremo un nerazzurro o un rossonero degradare la storia del capitano juventino. I tifosi più veri, romantici da far paura persino a quei romanticoni dei Modà, proveranno una strana sensazione nel constatare che domani sera avrà luogo l’ultima apparizione di Alex a San Siro. Milanisti e non solo gradiranno l’emozione: il commiato di un artista dalla Scala del Calcio.

Avversario temuto e rispettato, Del Piero non ha mancato di ornare anche quel di Milano con le sue gemme. Come quando, nel 2006, Capello lo estrasse dalla panchina negli ultimi venti minuti di un Inter – Juventus. Con una punizione decise un incontro fondamentale per le sorti dello scudetto poi assegnato proprio ai rivali di sempre. L’Alex nazionale, a meno di sorprese, non farà parte dei ventidue titolari neanche nell’atto conclusivo: 37 anni pesano, non per lui ma nella valutazione globale di un allenatore che si ritrova i freschi Vucinic, Matri e Quagliarella a scalpitare. Crediamo, e speriamo, che l’ex compagno Antonio Conte gli conceda, nei limiti del possibile, la chanche di raccogliere il giusto tributo, pari a quello che riceverebbe Leonardo se si presentasse al museo del Louvre. Se la partita andrà storta, se necessiterà di un colpo da genio per la sua risoluzione, allora non esistono dubbi sul fatto che quello sarà compito di Del Piero. Il numero dieci entrerà in campo e, altra certezza, incuterà timore con la sola presenza agli avversari.

Eccoci a un’altra tappa dell’ultimo giro italiano del nostro Alex, stavolta una delle più importanti. Adesso tocca a lui, i prossimi eroi a seguirlo saranno i vari Totti, Buffon, Zanetti ecc… Ogni addio avrà lo stesso sapore beffardo e malinconico, non ci abitueremo mai al tramonto di simili campioni, portatori autentici dell’essenza calcistica. Non tutto ci apparirà semplice come prima, ci  domanderemo pessimisti se leggeremo ancora tali romanzi con autori diversi. Tra le crepe del dispiacere, un sorriso: l’eternità è lì che aspetta.