Napoli, quell’inno che trasforma una città

Sembra un sogno e nessuno ha intenzione di svegliarsi. Il popolo napoletano dopo l’ennesima impresa europea del Napoli di questa stagione, non può fare a meno di guardare e riguardare le straordinarie giocate dei suoi beniamini che hanno annichilito un Chelsea solo semplice controfigura di quella che strappava applausi con Mourinho, Hiddink e Ancelotti. L’atmosfera della Champions, si sa, è magica e riesce a contagiare un’intera città. Se poi questa città si chiama Napoli allora tutto viene amplificato all’ennesima potenza, tanto da far innamorare anche chi di calcio non ne conosce neppure le regole. E poi quell’inno, l’inno della Champions League che oramai contende lo scettro di suoneria più scaricata sui cellulari a ‘O surdato ‘nnamurato, canzone che accompagna tutte le vittorie del Napoli in Europa e non. Una volta si diceva che la musica della Champions era in grado di trasformare in positivo determinate squadre, ad esempio il Milan che ancora oggi esprime a pieno il suo potenziale quando si varcano i confini nazionali, il 2-2 di Barcellona e soprattutto il 4-0 all’Arsenal ne sono un esempio. E in questa interessante teoria rientra di diritto il Napoli, data per spacciata già nel momento del sorteggio dei gironi ma capace di far ricredere tutti, nonostante le altalenanti prestazioni in campionato. Basterebbe chiedere a Roberto Mancini che col suo City è riuscito a umiliare Sir Alex Ferguson battendolo per 6-1 all’Old Trafford ma non a violare la legge del San Paolo che dal 1994 è di fatto inespugnabile nelle competizioni continentali. Merito del pubblico azzurro che, bisogna riconoscerlo, rappresenta davvero il dodicesimo uomo in campo e spinge la squadra a imprese come quella di ieri sera. E’ la Champions. La città di Napoli non sarà più la stessa e, sulle note dell’inno europeo, continuerà a sognare non ponendosi più limiti.

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Dario Camerota