Roma 2020, dall’amarezza allo scandalo

Piove sempre sul bagnato. A pochi giorni dalla fumata nera, emergono nuovi dettagli riguardo la candidatura italiana per organizzare le olimpiadi estive del 2020. Mario Monti ha infatti dichiarato che i costi sarebbero stati incalcolabili, e l’Italia probabilmente non avrebbe potuto sostenere tali spese in un periodo così buio per l’economia mondiale. A fronte di queste dichiarazioni però fa ancora più scalpore sapere che era stata organizzata una commissione speciale, il cui compito era “condurre indagini, studi e analisi sulle tematiche inerenti allo svolgimento della XXXII edizione dei giochi olimpici estivi e la XVI edizione dei giochi paraolimpici del 2020 nonché altri grandi eventi, finalizzati a valutare l’impatto che tali manifestazioni, in termini di opere infrastrutturali ed attività connesse, potranno avere sulla città di Roma e sull’intero territorio regionale, anche in funzione dello sviluppo strategico successivo dell’intera regione”.

Nulla di scandaloso, se non fosse che la suddetta commissione speciale è costata allo Stato all’incirca 300 mila (si, avete letto bene: 300 mila) euro: infatti oltre all’indennità per il presidente ed il vicepresidente (rispettivamente di 1600 e 900 euro al mese) è necessario considerare gli uffici, i cinque impiegati assunti nello staff e l’auto blu.

Sappiate che non è ancora tutto: perchè leggendo sul sito del consiglio regionale, troveremo che la commissione si è effettivamente riunita soltanto tre volte. Chissà quanto lavoro però in quelle tre lunghi riunioni. E invece no, perchè alla voce “atti prodotti” troviamo il vuoto assoluto, sintomo che allora probabilmente quelle riunioni non fossero così tanto “impegnative“, per usare un eufemismo. E chissà quanti chilometri avrà dovuto fare quell’auto blu, con tutti questi impegni ravvicinati.

E’ chiaro che se la distribuzione delle risorse finanziarie è questa – con l’aggravante che i soldi non sono poi così tanti – in Italia non vedremo olimpiadi (ma non solo, il discorso può essere allargato a qualsiasi tipo di evento di un certo livello) per molti decenni.

E’ brutto dirlo, ma forse “italians do it better” non vale nel campo dell’organizzazione dei grandi eventi. Roma 2020 avrebbe certamente conferito prestigio a tutto lo sport italiano, ma considerando ciò che sta passando la Grecia nel post Atene 2004 e tutti i debiti accumulati dalla Regione Piemonte (e dal comune di Torino) per le Olimpiadi invernali del 2006 forse sarebbe stato un rischio prematuro da affrontare.

L’instabilità finanziaria del nostro paese è sotto gli occhi di tutti, e forse proprio questa incertezza ci avrebbe comunque impedito di vincere, anche in caso di presentazione della candidatura. Senza considerare che l’organizzazione di un evento così importante avrà costi sempre più alti, a partire dalle infrastrutture ad arrivare alla sicurezza, elemento non trascurabile. Una stima provvisoria ha infatti dimostrato che l’Olimpiade di Londra non avrà precedenti dal punto di vista finanziario: sarà la più costosa di sempre.

A questo punto sorge però spontanea una domanda: perchè allora paesi come la Spagna possono vantare una candidatura (e la conseguente copertura delle spese) mentre noi no? Probabilmente per il discorso fatto in precedenza: la scarsa gestione delle risorse finanziarie. 300 mila euro a fronte di 10 miliardi di euro – il denaro necessario per Roma 2020 – non sono nulla, ma spesso sono i dettagli a fare la differenza.

Quando però a mancare non sono soltanto i dettagli, ma anche tutta una struttura organizzativa efficiente ed efficace, è normale che non si possa ambire a traguardi così importanti. La stessa Roma è rimasta completamente paralizzata, non meno di due settimane fa, a causa di una nevicata. Certo, si tratta pur sempre di un evento anomalo nella città eterna, non abituata a queste temperature sotto lo zero, ma la neve era stata ampiamente prevista dai metereologi. E ben quattro giorni dopo l’evento atmosferico vi erano ancora problemi nella regolare circolazione in città, con cassonetti della spazzatura completamente pieni data l’impossibilità di svuotarli a causa dell’asfalto ghiacciato.

Può una città con questo tipo di problematiche convivere con un “villaggio olimpico” popolato da migliaia e migliaia di atleti ed una massa di turisti senza precedenti?

L’ottimismo però non deve mai mancare. Roma potrà riprovarci in futuro: ad Agosto, per fortuna, non è prevista neve

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Alessandro Lelli