Parentesi Nazionale: quanti dubbi. L’analisi: Italia pronta per l’Europeo?

Duemiladodici, anno di Olimpiadi, anno di Europei. Le prime, per il calcio – purtroppo – non ci riguarderanno; i secondi, invece, li dovremo affrontare da assoluti protagonisti. Categoricamente. Certo, è ancora presto per parlarne, dato che siamo a febbraio; o forse no, non lo è. Probabilmente, iniziare a delineare adesso un quadro – sommario, ma necessario – della situazione, su chi potrebbe far parte della spedizione continentale e chi no, aiuterebbe di certo sia a capire su che piano si potrà trovare la nostra bella Italia, sia a quali obiettivi potrà ambire.

Stando a quanto sta accadendo nel nostro campionato, c’è da dire che non c’è, effettivamente, da essere così ottimisti. Partendo dalla retroguardia, a patto che Buffon è scontato che ci sia, lì dietro, e che il ruolo di secondo/terzo se lo giocheranno i soliti (De Sanctis/Amelia/Sirigu/Viviano), un po’ di preoccupazione nasce su chi comporrà il pacchetto di difensori. Ok Chiellini, che garantisce una sostanziale sicurezza, giù Ranocchia, quest’anno veramente irriconoscibile. Su di lui, l’Italia intera puntava (e punta ancora, perché no) molto; è stato premiato al Gran Galà del calcio come miglior centrale difensivo del 2011, cosa che quest’anno di certo non si ripeterà. Troppo sotto la media il difensore ex Genoa, troppo al di qua dei suoi standard; di certo, le porte della Nazionale, comunque, per lui non sono chiuse. Da qui a dire che sarà protagonista, però, ce ne passa: tutto dipenderà, a ogni modo, da lui, da ciò che sarà in grado ancora di dimostrare da adesso a fine stagione. In difesa, comunque, non c’è solo il “problema” Ranocchia a tenere banco, e le tante speranze deluse sul suo conto; occhio anche a Cannavaro, quello junior, che a Napoli reclamano a gran voce in Nazionale, e che forse forse la meriterebbe pure. Ma ha un’adeguata esperienza per poter prendere tra le mani le redini della retroguardia italiana in una competizione europea? E i vari Criscito, Balzaretti, Ogbonna, la avrebbero? Maggio e Criscito, poi sugli esterni: buona spinta, ma poca effettiva sostanza. Insomma, più di un dubbio rimane.

Voltiamo pagina, passiamo al centrocampo. Intoccabili De Rossi e Marchisio, e anche Nocerino. Quest’ultimo, capace di un grande exploit quest’anno, in grado di superare se stesso e praticamente garantirsi, a suon di gol e voti alti, un posto certo ai prossimi europei. Oltre a loro, però, chi? Thiago Motta è volato all’estero, ma è convocabile; assicura “tigna”, tecnica e anche qualche gol, che non fa mai male. Il resto, è tutto un dubbio. Pirlo potrebbe esserci, ed essere il terzo residuo del 2006 a “resistere” in seno alla nazionale azzurra; molto più difficile che vengano confermati Aquilani e Montolivo. C’è chi ha invece ipotizzato Rigoni: eccessivo? Beh, di esperienza non ne ha, ma ha talento, e ne ha tanto. Mezzapunta naturale, sa giocare come regista di centrocampo, e sa sganciarsi in avanti. Non da titolare, ovvio, e non agli Europei (per ora), ma una chiamata, tutto sommato, la meriterebbe.

Preoccupazioni, comunque, che in attacco si affievoliscono, seppur leggermente. Tanta la carne sul fuoco, tanti i nomi, tante le aspiranti primedonne. Pazzini e Matri sembrano avere praticamente già il biglietto fatto, devono solo preparare i bagagli; Osvaldo: lo convochereste? Ha ben impressionato a inizio stagione, poi l’infortunio lo ha limitato. Certo, se dovesse riprendersi sarebbe un bel centravanti d’area di rigore da non sottovalutare. Infine, Pepe e Balotelli: bocciati entrambi. Il primo perché bravo, sì, ma non in grado di fare la differenza; il secondo, perché in Nazionale bisogna avere stile. Lui, di stile, ne ha quanto un rapper in continuo contrasto con gli sbirri. Bisogna, però, purtroppo, anche considerare che in giro non è che ci sia molto altro: sta ben facendo Borini, ma sembra ancora acerbo per la Nazionale. Giuseppe Rossi e Cassano saranno probabilmente out (il secondo sicuramente), Totti non ritorna, nonostante le interminabili voci al riguardo. Insomma, c’è poca alternativa, che di fatto costringerà Prandelli – che dal canto suo considera positivamente Balotelli, e sotto l’aspetto tecnico ha ragione, nulla da obiettare, ci mancherebbe – a convocarlo. Beh, in tal caso, speriamo almeno che i “colpi di testa” li faccia solo col pallone, in campo. E che quel coro tanto famoso e divertente diventi proprio, oltre che del City, anche degli speranzosi, e ambiziosi, tifosi italiani.

Insomma, un quadro non così roseo, ma che ha tempo assolutamente di colorarsi. Tanto scetticismo, infatti, c’era anche nel 2006; poi sappiamo com’è andata a finire. C’è, poi, quasi tutto un girone di ritorno per capire, scegliere, criticare, approvare. L’analisi attuale non lascia ben sperare; quella di fine stagione dovrà, invece, per forza di cosa convincere.

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Alex Milone