Nel freezer del “Friuli” di Udine, il Milan ha messo in ghiaccio una vittoria fondamentale per la sua rincorsa allo scudetto. Prime pagine e parole di elogio del post partita sono andate, come era prevedibile, ai mattatori della serata, quei Maxi Lopez ed El Shaarawy che hanno regalato i tre punti e la vetta della classifica alla formazione di mister Massimiliano Allegri. Fin qui niente da dire: nel calcio, si sa, chi fa goal è sempre il più lodato. Tuttavia, oltre al super Amelia di sabato pomeriggio, c’è un altro giocatore rossonero che ha meritato gli elogi di stampa e tifosi: Massimo Ambrosini.
Arsenio Lupin, come viene simpaticamente soprannominato il biondo capitano milanista, per quella sua dote naturale di rubar palloni alle formazioni avversarie, ha sfoderato in quel di Udine una prestazione maiuscola, come da tempo, forse, non gli capitava. Tanta lotta e tanta corsa anche quando le cose cominciavano a delinearsi in maniera negativa e lo spettro della sconfitta cominciava a defilarsi. Capitan Ambro ha preso per mano i suoi e li ha condotti alla remuntada friulana, tornando ad essere uomo-simbolo della squadra meneghina.
Una prova, quella del trentaquattrenne centrocampista pesarese, che ha onorato i gradi di capitano cuciti sul braccio del numero 23, uno che il rossonero ce l’ha tatuato addosso, come una seconda pelle. Sedici stagioni con la casacca del club di via Turati, intervallati solo da esperienze di gioventù a Vicenza e a Cesena: questi i numeri di uno di quelli della “vecchia guardia”, come vengono definiti i vari Seedorf, Gattuso, Nesta, Inzaghi, personaggi che con quella maglia addosso hanno vinto tutto quello che c’era da vincere.
Proprio come Massimo da Pesaro, che lo scorso maggio ha avuto la soddisfazione ed il privilegio di alzare da capitano il trofeo per la vittoria del titolo tricolore. Una prima parte di stagione, quella attuale, difficile per Ambrosini, complice la presenza di Van Bommel ed i continui infortuni, compagni di unna carriera segnata da una marea di guai fisici. Sempre con la valigia in mano (le ultime voci parlano di un passaggio al Genoa a fine campionato), il capitano ha dimostrato ancora una volta tutto il suo valore e l’amore per una maglia onorata fino in fondo.