Gasperini shock: “Moratti non rispettò le promesse fatte. Balotelli? Poteva tornare…”

In un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ è intervenuto l’ex tecnico dell’Inter Gian Piero Gasperini, che ha parlato in maniera chiara e decisa dei tre mesi trascorsi sulla panchina nerazzurra: “E’ stata sicuramente un’esperienza negativa, che però mi ha reso molto più forte. Ora voglio tornare a fare l’allenatore, non voglio più fare il gestore”.

LUGLIO 2011 – “Moratti mi chiamò dicendomi che per il Fair Play Finanziario bisognava cedere un big, ma in compenso mi assicurò che Eto’o sarebbe rimasto. Il mio obiettivo e quello della società era quello di ridare smalto e linfa nuova alla squadra, che tanto aveva vinto negli anni precedenti”.

LE RICHIESTE – “Volevo costruire un’Inter col 3-4-3. Chiesi Palacio per comporre il trio d’attacco con Eto’o e Milito. Per il centrocampo mi interessavano molto Vidal e Nainggolan ma entrambi non erano ritenuti all’altezza dal club. Bastava poco per ricostruire una squadra forte: due o tre giocatori al massimo, non i nove che alla fine sono stati acquistati. Volevo puntare sui giovani, però poi furono presi Zarate e Forlan…”

MOTTA E MILITO – “Al centrocampista italo-brasiliano la società aveva chiesto di trovarsi un’altra squadra ma per fortuna non si trovarono acquirenti. Lo stesso valse per il ‘Principe‘: lui rifiutò persino una grande offerta“.

DIFFERENZE DI VEDUTE – “La mia convinzione era che l’Inter fosse composta da grandi giocatori ma che doveva solamente diventare una squadra. Solo con grandi motivazioni e con un gioco diverso avrebbe potuto trovare nuovi stimoli. Il pensiero della società era invece diverso: loro credevano di avere giocatori logori che solo se giocavano come sapevano diventavano una squadra importante”.

IL GRUPPO – “Tutta la squadra mi seguiva, poi purtroppo scivolarono nello scetticismo dell’ambiente e tutto il lavoro si sgretolò. Con tutti i giocatori non ho avuto mai nessun tipo di problema, soltano con uno le cose non funzionarono. Il nome però non lo dico per evitare inutili polemiche“.

BALOTELLI – “Eravamo a Dublino in occasione di un’amichevole e Moratti mi paventò l’ipotesi di acquistare ‘Super Mario’. Io ovviamente ero favorevole a un suo ritorno, ma poi il presidente mi disse che eravamo i soli a volerlo: pensavo potesse bastare il nostro assenso all’operazione, invece poi non fu così”.

NOVARA  E L’ESONERO – “L’ultima partita sulla panchina dell’Inter la ricorderò come la più brutta della mia carriera. C’era ormai in tutto l’ambiente, compreso giocatori, una vera e propria rassegnazione. Sbagliammo davvero tutto. Devo dire però che prima della trasferta di Novara il mio destino era già segnato, si respirava nell’aria che quella partita sarebbe stata l’ultima“.

 

 

(fonte:Interlive.it)

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Raffaele Amato