0-2, 3-2. E’ il calcio, è emozione

Succede raramente, ma quando succede fa scalpore: chiudere il primo tempo di una partita di calcio sotto di due goal, e con un uomo in meno, e riuscire a recuperare l’incontro e, addirittura, a vincerlo. Questo è il bello del calcio, questa è l’emozione che lo rende così speciale, così unico. Perché un attimo sei sotto terra e l’attimo dopo sei al massimo del godimento, all’apice di un’estasi così speciale che descriverla solamente a parole diventa difficile. Nel bene e nel male.

Questo è proprio quello che è accaduto ieri sera allo stadio “Olimpico” di Roma: Lazio-Cesena, quarta contro terz’ultima. “Vincono facile i biancoelesti“, viene da dire; “Klose ne fa tre stasera“, viene da pensare. Invece, fine primo tempo, pum-pum: Mutu-Iaquinta, uno che non finiva sul tabellino dei marcatori da quel dì. Romagnoli in vantaggio, anzi, in doppio vantaggio, e capitolini sotto nel punteggio, negli uomini (Konko espulso), nel morale.

E’ finita, ma come si fa“, viene da dire; “Siete ridicoli“, viene da pensare. Invece, fine secondo tempo, tam-tam-tam: tre goal in nove minuti, partita ripresa, sempre in dieci uomini, sconfitta evitata e vittoria arrivata. Hernanes, il Profeta, Lulic e Kozak regalano un’emozione incredibile ai tifosi dell’aquila biancoceleste assiepati sugli spalti dello stadio romano  e davanti alla televisione. Ora sono i bianconeri cesenati a stare sotto nel punteggio, negli uomini no, nel morale.

Come cambia una partita di calcio, come nascono e si sviluppano certe emozioni. Ecco perché dare due calci a un pallone è vita, è godimento, è tensione che pochi altri sport hanno. Combattere contro un mero cronometro è decisamente diverso rispetto all’essere più forte rispetto a… che sia un gruppo o un singolo. Nel bene e nel male, dicevamo: Istanbul, per due colori non bisogna aggiungere altro.

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Michele Pannozzo