AMARCORD: Una favola Internazionale

C’era una volta tanto tempo fa…

Come dite? No, tranquilli, non siete finiti in un libro di favole da mille e una notte… o forse sì, perchè quella che ci apprestiamo a raccontare è anch’essa una bellissima favola a lieto fine, con un principe, neroazzurro, che sbaraglia i nemici e conquista l’amata. Al contrario delle tradizioni però, questo principe non arriva in groppa al suo bianco destriero, ha un nome e un cognome, Diego Milito, le sue “stoccate” non avvengono tramite una spada ma attraverso il suo piede, per certi versi fatato, e l’amata da conquistare non è una bellissima principessa ma un trofeo, una Coppa, attesa, inseguita e desiderata per ben 45 anni e finalmente conquistata.

Già questo di per sé basterebbe per far entrare l’Inter 2009/2010 a pieno diritto tra le favole calcistiche più belle degli ultimi anni, ma lo sceneggiatore/allenatore, José Mourinho, ha voluto scrivere un finale ancora più favoloso e che nemmeno il più ottimista degli interisti, in questi anni di attesa, si sarebbe sognato di vivere. Infatti la conquista della Coppa dei Campioni, la terza della storia interista, che idealmente collega Massimo Moratti al padre, ultimo presidente neroazzurro vincitore del trofeo, arriva dopo una stagione entusiasmante che, nel segno di Mourinho e dei gol del principe Milito, ha visto vincere all’Inter anche campionato e coppa nazionale, permettendole di realizzare quell’en-plein o, come è stato ribattezzato dai suoi tifosi, triplete, unico nella storia del calcio italiano.

Il primo tassello di questo triplice trionfo arriva, ironia della sorte, il 5 maggio: una data che richiama alla memoria dei tifosi del club di via Durini spettri passati. Spettri che vengono cancellati dal successo sulla Roma per 1 a 0, grazie al sigillo di Milito al 40′ del primo tempo in una partita nervosa che, nel finale, vede Totti perdere il controllo ed essere espulso per il noto calcione a Balotelli.

Il secondo capitolo la squadra di Moratti lo scrive a Siena, in un duello a distanza che da parecchie giornate la vedeva fronteggiarsi testa a testa sempre con la Roma e che, nemmeno a dirlo, viene deciso dalla rete del principe neroazzurro che regala partita e scudetto alla squadra allenata da Mourinho.

L’ultimo atto, come detto, ha visto l’Inter sfidare il Bayer Monaco a Madrid per tentare di conquistare il principale obiettivo di stagione: quel trofeo divenuto ormai ossessione e che da troppo tempo non vedeva scritto il nome dell’Internazionale di Milano nell’albo d’oro delle squadre vincitrici. L’Inter arriva all’ultimo appuntamento della competizione dopo aver eliminato due delle squadre favorite per il titolo: il Chelsea, dell’ex rivale milanista Ancelotti, e il Barcellona, campione in carica. La finale di Madrid non ha avuto molta storia: la squadra di capitan Zanetti vedeva lo storico traguardo troppo vicino per lasciarselo sfuggire e sulle ali dell’entusiamo ha controllato sin da subito la partita, segnando un gol per tempo e legittimando il risultato. Mattatore della serata, ovviamente, l’eroe di questa favola calcistica, il principe Diego Milito, autore di entrambi i gol della finale: con le sue reti ha monopolizzato la casella “marcatori” di tutte e 3 le sfide decisive e ha messo le parole “inizio” e “fine” a questa storica stagione interista.

Per la squadra di Moratti si è conclusa così, nel migliore dei modi, un’annata calcistica che ha visto la realtà superare di gran lunga l’immaginazione e ripagare i tifosi interisti dei 45 anni di attesa.

E vissero tutti felici e contenti…

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Francesco Davide Scafà