Una Roma fantastica liquida i nerazzurri dell’ex Ranieri con un poker. Reattivi e concentrati per tutti i novanta minuti, i giallorossi disputano la migliore gara stagionale. L’Inter non è praticamente mai in partita: zero tiri in porta e aggressività inesistente. La storia del match sembrava segnata già dall’inizio.
ROMA
STEKELENBURG 6 – C’è il rischio che qualcuno gli vada a chiedere i soldi del biglietto. Gli avversari non arrivano mai dalle sue parti, gli unici a chiamarlo in causa sono i compagni con i retropassaggi. Piedi buoni, non da portiere.
TADDEI 6,5 – José Angel, sulla corsia opposta, rimane piuttosto guardingo. Tocca al brasiliano spingere come un forsennato: sempre pronto a dare ampiezza alla manovra, si fa rispettare anche nella fase difensiva.
JUAN 7,5 – Dopo due partite decisamente insufficienti, il brasiliano risale in cattedra. Gol quasi identico a quello di Cagliari e assist per il secondo centro di Borini, mentre dietro è insuperabile. Questo è Juan.
HEINZE 7 – E’ lui il leader della retroguardia giallorossa, Luis Enrique probabilmente non ci rinuncerà più. Imbarazzante la differenza di rendimento con Kjaer: “El Gringo” si è preso la Roma. Baluardo.
JOSE’ ANGEL 6,5 – Prestazione convincente, forse la migliore dell’anno. Gioca da difensore, bene tra l’altro, dosando nella maniera giusta le discese. Può diventare un terzino importante.
GAGO 6,5 – Costretto a traslocare dal ruolo che più ama per via del rientro di De Rossi. Poco male, da interno piace di più. Tanta grinta, propositivo e continuo nel pressing; l’unica pecca sono un paio di passaggi sbagliati nel primo tempo.
DE ROSSI 7 – Non potrebbe mai essere la stessa squadra senza De Rossi: un ritorno coi fiocchi, nel cuore del campo comanda lui. Ne giovano tutti, in particolar modo i difensori che si sentono più sicuri. Ha firmato! Daniele e la Roma, una cosa sola.
PJANIC 7 – Stavolta stupisce maggiormente per l’abnegazione tattica, per la capacità di calarsi nei vari compiti che la partita gli richiede. Ma lancia Borini sul finire del primo tempo con un tocco delizioso. Grandissimo.
LAMELA 6,5 – “El Coco” si riscatta dalle critiche ricevute per le ultime prestazioni, leggere e leziose. Ha una forza fisica straripante, sorprendente se lo si osserva da fermo o si pensa all’età. Alcuni duetti da leccarsi i baffi con Totti.
TOTTI 7 – Costantemente nel vivo del gioco, è il direttore d’orchestra dello spettacolo romanista. Regala colpi di tacco e aperture chirurgiche all’estasiato pubblico dell’Olimpico. Il capitano non muore mai!
BORINI 8 – Sta facendo innamorare i tifosi della Curva Sud, i quali rivedono nell’ex Chelsea la dedizione per i colori che essi possiedono. E’un calciatore a tutto tondo: pressa, insegue il terzino, si allarga e taglia il campo mandando Lucio al manicomio; come se non bastasse sotto porta non sbaglia. Mostruoso.
SIMPLICIO 6 – Entra bene in partita e partecipa alla festa.
BOJAN 6,5 – Aveva un disperato bisogno di gol. Nel suo sigillo si intravede tutta la determinazione del bomber ferito. Da oggi la Roma ha un campioncino in più.
PISCITELLA 6 – E’la gara idonea per lanciare un giovane nel grande calcio: si presenta con sfrontatezza e dà il via alla rete di Bojan.
LUIS ENRIQUE 7,5 – Come si faccia a passare dal disastro di Cagliari allo splendore odierno è un mistero. Questa squadra deve trovare la continuità, affidandosi sempre agli interpreti giusti, poi si potrà. Per ora lo celebriamo perché un calcio del genere, in Italia, è una rarità preziosa.
INTER
JULIO CESAR 5 – Non vediamo grosse colpe nei quattro gol subiti, probabilmente poteva far meglio solo sulla prima marcatura di Borini. Gli avversari sbucano da ogni parte del campo.
MAICON 4,5 – Non capita spesso di assistere a un Maicon così in difficoltà: non si propone, sembra addirittura lento. Borini sfonda sulla sua corsia con grande semplicità.
LUCIO 4 – E’un’altra vittima del Borini show, la principale. Il furetto giallorosso gli scappa via alle spalle in occasione delle due reti e molte volte ancora. Assente.
SAMUEL 5 – “The Wall” non si rivela il solito muro, complici lo scarso filtro del centrocampo e le precarie condizioni fisiche. Alza bandiera bianca a fine primo tempo.
NAGATOMO 5,5 – Il meno peggio del quartetto arretrato. Qualche buona diagonale nei minuti iniziali, perennemente in inferiorità numerica per il resto della gara.
ZANETTI 5 – Il capitano nerazzurro non può fare l’esterno alto, non rientra nelle sue corde. Prova a tamponare senza successo.
PALOMBO 5 – Gli manca la personalità per farsi dare il pallone e tentare il lancio lungo. Si limita al compitino ma il centrocampo avversario lo sovrasta.
CAMBIASSO 5,5 – Tra gli ultimi a mollare: si arrangia in copertura e assiste l’isolatissimo Milito nella ripresa. Predica nel deserto.
OBI 5 – Taddei è per lui un fulmine, non lo vede mai. Si batte con un discreto furore agonistico pur presentando evidenti limiti tecnici.
PAZZINI 4,5 – Zero movimenti, zero palloni giocati. L’Inter non arriva quasi mai davanti, ma lui aiuta poco sé stesso.
MILITO 5 – Si allarga, cerca la gloria con la corsa e le azioni personali; non lo assiste nessuno, così cala vistosamente nel secondo tempo.
POLI 5,5 – Entra quando la frittata è fatta. Almeno corre e combatte.
CORDOBA 4,5 – Impatto disastroso con la gara: forma assieme a Lucio un tandem non pervenuto. Gli concediamo l’attenuante della lunga inattività.
FARAONI 5,5 – Vale il discorso fatto per Poli.
RANIERI 4,5 – Emozionato da Roma? Presenta una squadra senza capo né coda, scarica in difesa e latitante in zona offensiva. Le assenza gli permettono poca inventiva, ci mette del suo sostituendo Pazzini con un centrocampista dopo i quarantacinque minuti. Un segnale di resa.