Cara neve, dolce e bianca neve, passione dei fanciulli e tormento degli adulti, ti ringraziamo. Ci riporti indietro nel tempo in questo inedito weekend, ci consenti di riassaporare il gusto di un calcio che non c’è più, quel calcio agricolo tutto tenacia e sentimento. Isoliamo per un attimo l’inadeguatezza che circonda il nostro Belpaese a tutti i livelli: siamo gli unici in Europa a subire impotenti i fenomeni atmosferici, ma stavolta dietro la tempesta si nasconde una dolce quiete.
Una partita è stata rinviata e un’altra si disputerà alle 12:30, per il resto avremo ben otto sfide alle 15! Roba dei tempi che furono, quelli del “clamoroso al Cibali!”, quando i nonni e gli zii passeggiando per la montagna si fermavano sdraiati sotto un albero. Pane, formaggio e radiolina; il cacio di traverso nel momento in cui Sandro Ciotti veniva interrotto dall’impetuoso “Attenzione!!!” di Enrico Ameri. Era un modo di vivere il campionato profondamente diverso, la tensione aveva persino un volto, più inquietante rispetto ai giorni nostri. Il controllo visivo allenta la partecipazione emotiva, è scientificamente provato, aggiungiamo il senso del mistero che quei fantastici narratori del pallone sapevano infondere e il gioco è fatto.
Pensiamo all’anziano signore, una vita assieme a “Tutto il calcio minuto per minuto”, la cui antica radio gracchiante è ormai deposta nel cassetto dei ricordi: accendendola, una domenica pomeriggio, si era trovato il commento di sole quattro partite, intervallate dagli spot pubblicitari. Come spiegarglielo che da Bologna non si collegavano perché la sfida era in programma per le 18 del mercoledì? Certo, non rinneghiamo il calcio odierno, il quale offre al tifoso impossibilitato a recarsi allo stadio la possibilità di seguire la squadra del cuore per novanta minuti. Rimpiangiamo forse l’atmosfera, la conoscenza sbiadita dell’atleta. Tarcisio Maciste Burgnich era tale solo per le prodezze in campo, il primo Paolo Rossi era impacciato e timido di fronte ad una telecamera; oggi sappiamo che Boateng fa sesso dieci volte la settimana! Soprattutto, il calciatore vecchio stampo era un comune lavoratore passionale, al massimo benestante. Non si sentiva dire che “quelli sono tutti mercenari, guadagnano dieci milioni di euro all’anno per divertirsi”.
E allora regaliamo un déjà vu all’anziano signore, sicuramente incurante adesso pure dei quotidiani sportivi e quindi delle novità. Domani, nel primo pomeriggio, mettiamogli sul tavolo la radiolina di mille battaglie: otto partite, otto stadi collegati, un tuffo al cuore. Grazie magica neve! Anche perché il Colosseo immerso nel bianco è una cartolina da tramandare ai posteri.