La leggenda narra che un certo Mida, re della Frigia, passò alla storia per la capacità donatagli da Dioniso di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Nelle vene di Diego Milito deve scorrere un po’ del sangue di Re Mida, perchè segnare quattro gol in una sola partita in quelle condizioni meteo non è un avvenimento normale. Ma El Principe ci ha abituato spesso a questo tipo di spettacolo, anche se il grande calcio lo ha accolto forse un po’ troppo tardi nelle sue arene.
L’INIZIO DELLA LEGGENDA. Dopo l’esperienza nella serie cadetta con il Genoa e quella nella Liga con il Real Saragozza, l’attaccante argentino è tornato a Genova con la voglia di conquistarsi un grande palcoscenico internazionale; è stata probabilmente questa grande fame di successo che lo ha portato a segnare 26 gol in 32 partite con la maglia rossoblu. Prestazioni che non sono rimaste inosservate agli occhi degli addetti ai lavori: nell’estate 2009 arriva infatti la chiamata dell’Inter di Mourinho, quest’ultimo pronto a metterlo al centro del suo progetto tecnico e tattico. Prima in coppia con Samuel Eto’o nel 4-3-1-2 e poi unica punta nel 4-2-3-1.
Un attaccante eccezionale: Milito era capace di eclissarsi per gran parte dei minuti in campo e poi, al primo pallone realmente giocabile, cambiava la partita in un lampo. Gol pesanti i suoi, quelli che hanno portato l’Inter a vincere la Serie A non senza sofferenza, grazie alla resistenza stoica della Roma di Claudio Ranieri. Di certo l’esultanza liberatoria di quel pomeriggio a Siena è l’emblema della stagione interista: sofferenza, determinazione, gioia ed infine liberazione.
L’UOMO DAI GOL PESANTI. Probabilmente tra una decina d’anni gli interisti si ricorderanno del “Principe” per quei 4 gol che hanno fatto la storia neroazzurra: il 5 maggio, non proprio un giorno qualsiasi per i tifosi interisti, Milito segna il gol decisivo contro la Roma all’Olimpico nella finale di Coppa Italia; il 16 maggio colpisce ancora in modo decisivo, permettendo all’Inter di ottenere 3 punti contro un Siena già retrocesso ma tutt’altro che arrendevole; il 22 maggio, infine, realizza al Bayern Monaco la doppietta che lo ha inserito di diritto tra gli attaccanti più forti nella storia del club di via Durini, avendo riportato anche la Champions League a Milano dopo 45 anni di sofferenze.
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA. Milito nell’anno successivo al “triplete” non riesce a replicare i favolosi numeri della stagione precedente, anche complice la sfortuna ed i numerosi infortuni. Ma l’affetto dei tifosi interisti non diminuisce neanche per 1 secondo, perchè lui è e sarà per sempre – insieme a Josè Mourinho – l’uomo del triplete. La stagione 2011-2012 dell’attaccante interista inizia sulla falsariga della stagione precedente: errori a 1 metro dalla porta, pali e traverse. Un problema di testa più che tecnico, tanto che il gol è ormai quasi un’ossessione per il Principe.
IL RITORNO DI RE MIDA. Difficile capire quando è avvenuta la svolta nella testa di Milito, sta di fatto che 9 gol nelle ultime 6 partite sono numeri pazzeschi. Numeri da campione ritrovato, da giocatore che adesso è pronto a far tornare l’Inter ai vertici in Italia e in Europa: sarà difficile – per non dire impossibile – ripetere la storica annata triplete, ma Diego adesso assomiglia molto al numero 22 che, poco meno di due anni fa, faceva sognare a suon di reti i suoi tifosi. Gli stessi tifosi che, nonostante le temperature polari di San Siro, Milito ha saputo riscaldare con ben quattro gol al Palermo di Mutti, e non ha intenzione di fermarsi qui.
El Principe adesso è tornato, ed è pronto a trasformare in “oro” tutti i palloni toccati, proprio come Re Mida.