Cissè non getta la spugna: “Non mollo. Mi batterò”
Il suo arrivo, in estate, era stato accolto come la venuta di un vero e proprio re. I tifosi della Lazio erano corsi a Fiumicino per dare il loro caloroso benvenuto a colui che, in coppia con il fenomenale Klose, ammantava di aspettative tricolori i sogni dei sostenitori biancocelesti. Lui è Djibril Cissè, attaccante francese ingaggiato dal presidente Lotito per ridare slancio ad una piazza delusa dai risultati non eccelsi delle ultime stagioni.
Invece, mentre Miroslav il tedesco segnava a ripetizione, mesi grigi attendevano il trentenne ex Panathinaikos, campione d’Europa col Liverpool nella tremenda serata per i colori milanisti di Istanbul. Quattro soli goal, tra campionato ed Europa League, ed un ambientamento difficile stanno mettendo in discussione la permanenza nella capitale del tatuato giocatore transalpino, tanto che erano girate voci insistenti di una sua dipartita da Roma già durante questa finestra di mercato.
Oggi, però, è stato lo stesso Cissè a voler smentire questi rumors e a parlare della sua situazione alla Lazio in un’intervista rilasciata all’emittente radiofonica RMC info. L’attaccante si è espresso a 360 gradi non solo della sua esperienza romana, ma anche del suo futuro.
Si parte dalla sua permanenza a Roma e sul suo difficile inserimento in squadra: “a Roma si mangia bene, non fa troppo freddo, la città è fantastica e gioco in una grande squadra. Va un po’ meno bene a livello gol, ma devo insistere, mi batterò. É difficile provare quel che vali quando giochi 10 o 20 minuti a partita, ma capita spesso quando cambi squadra. Non mi pento di aver rinunciato al Panathinaikos che resta nel mio cuore, ma avevo bisogno di passare al livello successivo. Sulla mia posizione in campo ho parlato con Reja, ma è vero che Klose è davvero eccezionale da punta. Posso capire che preferisca lui. Io però non sono un esterno, anche se per ora ha ragione Reja visto che ho fatto otto assist. La gente però mi conosce come punta”.
Il francese parla anche del suo impatto con un campionato unico nel suo genere come la Seria A e le differenze con gli altri tornei in cui ha giocato: “ci vuole tempo per trovare punti di riferimento, conoscere i compagni di squadra e il sistema di gioco. La Serie A è un campionato molto duro, molto tattico. Ero abituato ad avere spazi davanti, adesso è un po’ difficile, ma non mollo”.
Parole, infine, di Cissè anche in prospettiva futura: “non ho rinunciato alla nazionale, mi batterò per andare all’Europeo. Sogno il Barcellona, ma a 30 anni la vedo dura. Non sarebbe male chiudere la carriera come Henry nel campionato statunitense, adoro la cultura americana. Ma è possibile anche che finisca in Francia per superare la soglia dei 100 gol. Sarebbe bello chiudere il cerchio a Auxerre dove tutto ha cominciato”.