E’ proprio l’anno della Juve

Per una volta oso soffermarmi su un aspetto fuorviante da qualsiasi discorso strettamente calcistico. A ciò mi induce il fatto che la Juventus, oltre a essere ancora imbattuta dopo 19 partite, avere un allenatore determinante e giocatori calati a pieno nella causa, sembra poter contare su un elemento tutt’altro che immaginario: la sorte.Gli uomini di calcio sono ben consci di come la Dea bendata contribuisca, seppur in piccola parte, alla costituzione di una squadra vincente. Scelgo l’ultima gara bianconera, all’Atleti Azzurri d’Italia, quale manifesto del nuovo corso juventino: Morrone, Giaccherini e Celi i personaggi sotto esame.

Riguardo alla citazione dell’ultimo tengo subito a precisare che non si tratta di un’insinuazione a presunte facilitazioni figlie, per buona pace di tutti, di un’epoca non replicabile. Piuttosto voglio rilevare l’episodio del rigore reclamato dagli atalantini, Denis strattonato in area di rigore, e quello della rete juventina che ha chiuso definitivamente il match, in posizione leggermente irregolare e obiettivamente difficoltosa da cogliere. Due situazioni in cui credo il direttore di gara avrebbe potuto optare per entrambi i versi senza incontrare eccessive polemiche: la capolista è uscita vincente dalle valutazioni. Parte la ripresa e Marchisio, causa un risentimento muscolare, è rimpiazzato da Giaccherini, il killer della sfida grazie ad un assist di Marrone, a sua volta subentrato al secondo infortunato Pepe. Il giovane centrocampista, prodotto del vivaio bianconero, ricorda Strasser, l’allora mediano della Primavera milanista che l’anno scorso decise in extremis una partita a Cagliari. Come finì lo sappiamo tutti.

Meritevole di ogni elogio e baciata dalla fortuna: alla Juventus non manca nessuna qualità tipica della squadra più forte. E, se Conte non la prende come una gufata, aggiungerei pure che nei precedenti sette tornei di serie A i campioni di inverno sono sempre stati gli stessi dei campioni d’Italia…