Pato-Milan, un binomio che inizia a scricchiolare…

Quella appena trascorsa è stata una settimana a dir poco complicata per il Papero rossonero. Dal passaggio al Psg poi sfumato fino alla deludente prestazione nel derby di ieri sera, che ha spinto i tifosi rossoneri a fischiarlo nel momento della sostituzione con El Shaarawi. Non è stato sicuramente l’unico a non brillare nella sfida di ieri, visto che anche Zlatan Ibrahimovic non è di fatto mai entrato in partita,  impensierendo quasi mai la porta di Julio Cesar.Ma il problema forse sta proprio qui. La coesistenza tra il giovane brasiliano e il gigante svedese ha da sempre destato qualche perplessità. Allegri per primo ha spesso relegato Pato in panchina nel corso della stagione,  preferendo Cassano, finchè il barese è stato disponibile, e poi Robinho, che nonostante la scarsa vena realizzativa riesce a dare più vivacità all’attacco rossonero con Ibra unica punta centrale a guidare l’attacco. La reiterata scelta di far partire  l’ex Internacional dalla panchina quest’anno, è dettata anche dai suoi continui infortuni che dall’inizio della sua carriera si ripresentano con una ormai misteriosa regolarità. Lo stesso allenatore rossonero nel post derby ha specificato che se Pato non fosse stato al meglio non avrebbe giocato, dando una risposta a i maligni i quali hanno subito pensato che sull’ inserimento del Papero dal primo minuto ci sia stata la forte pressione del presidente Berlusconi, lo stesso che ha impedito la sua cessione alla corte di Ancelotti. Quei fischi di ieri poi, hanno evidenziato la grande delusione del popolo milanista, che da tempo attende la definitiva consacrazione di Pato, e che soprattutto in un derby così importante si sarebbe aspettato più personalità da parte sua. Non dimentichiamoci che il ventiduenne brasiliano ha segnato un solo gol in campionato e due in Champions, con l’unica vera fiammata stagionale al Camp Nou contro il Barcellona. Troppo poco per un calciatore del suo talento.

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Dario Camerota