Cesena, vittoria e balzo avanti. Novara, tanta voglia ma…

Cesena determinato, Novara voglioso ma poco incisivo. Al “Manuzzi” i romagnoli superano la resistenza azzurra e conquistano tre punti importanti in chiave classifica. Subito in campo i nuovi acquisti in casa piemontese: Rinaudo in difesa, Jensen a centrocampo accanto a Rigoni e Radovanovic, e coppia d’attacco composta da Caracciolo e Mascara. Arrigoni deve fare a meno di Lauro, squalificato, schiera Ghezzal e Ceccarelli sugli esterni, e si affida al tridente composto da Candreva alle spalle di Eder e Mutu.

Partita spigliata, ritmo veloce, il match promette divertimento sin dai primi minuti. Il Cesena parte spingendo subito forte, segno di voler tenere a bada la voglia di un Novara ambizioso. E’ la squadra di casa però che crea i pericoli maggiori, con Eder e Mutu che dialogano spesso in avanti, e Candreva che non disdegna di farsi vedere con insidiose conclusioni dalla distanza.

Tesser chiede ai suoi di giocare palla a terra, e di affidarsi alle geometrie di Rigoni. Mascara arretra molto, Caracciolo sgomita parecchio in avanti, ma i padroni di casa non danno concretamente la sensazione di soffrire le offensive azzurre, e continuano a giocare in velocità, trovando, al minuto diciannove, anche il gol che sblocca la partita. L’azione parte da un corner, su cui si avventa Eder, che gira al volo esaltando i riflessi di Ujkani: la palla torna in campo, Mutu la raccoglie, e la getta in fondo al sacco. Uno a zero Cesena, cento gol in A per il rumeno, Novara stordito ma comunque reattivo, bravo a cercare subito il pari con Caracciolo, pericoloso poco prima della mezz’ora con un bel diagonale su suggerimento di Jensen.

Al 36’, l’episodio che forse cambia gli equilibri della gara. Parolo tocca con la mano a centrocampo, sarebbe fallo netto che il direttore di gara non sanziona, nasce una ripartenza cesenate, con Mutu che va via sulla sinistra e viene atterrato da Morganella in arae: è penalty. Proteste azzurre, concentrazione bianconera, con il numero dieci di Arrigoni che si presenta dagli undici metri e supera Ujkani con potenza e precisione. I gol per il rumeno diventano centouno, il Cesena raddoppia e, prima dell’intervallo, cala il tris: protagonista ancora Mutu, che mette in mezzo un traversone basso carico di potenza, che rimpalla a centro area, tocca lo sfortunato Rinaudo e si insacca. Tre a zero Cesena, e speranze azzurre che si riversano nella ripresa.

Tesser inserisce Morimoto per Gemiti passando al 4-3-3, il copione della partita, però, non cambia di molto. Novara voglioso ma inconcludente, Cesena compatto in retroguardia, bravo a frenare l’impeto dei piemontesi, a caccia del gol che riaprirebbe la gara.

L’undici di Arrigoni è comunque pericoloso in contropiede, con Candreva che quando ha campo parte in verticale, e con Mutu, che al 64’ conquista il secondo rigore della giornata, atterrato da Rinaudo in extremis, e costretto a uscire in seguito allo scontro con il difensore azzurro. Sul dischetto allora si presenta Candreva, che colpisce basso, alla destra di Ujkani, con quest’ultimo che intuisce di nuovo e, stavolta, ci arriva!

Il risultato oramai acquisito contribuisce, comunque, a spegnere le emozioni sul terreno di gioco, il Novara ha un sussulto quando Morimoto, al 66’, supera Antonioli ma non riesce a indirizzare il pallone in rete, poi il Cesena spreca in un paio di occasioni, con Parolo e Candreva, il colpo di un quattro a zero che in effetti risulterebbe esagerato. A due dal termine i piemontesi agguantano il 3-1, con Morimoto che in mischia, anche piuttosto casualmente, la butta dentro siglando il gol della bandiera e il terzo centro personale in campionato, ma è troppo tardi per sperare di riaprire un match che alla fine premia la maggiore cattiveria della squadra di casa.

Al Manuzzi è festa cesenate: gli uomini di Arrigoni tornano al successo dopo tre partite, spinti dalle doti dei suoi uomini più qualitativi. Per il Novara seconda sconfitta consecutiva: l’undici di Tesser ha palesato tanta voglia, ma anche una disattenzione in fase difensiva che alla fine è risultata determinante.

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Alex Milone