Serie B, il nuovo Chievo è vestito di neroverde
Era il 2001 quando un’anonima squadra di un quartiere di Verona, il Chievo, saliva per la prima volta nella sua storia in Serie A. Si parlò in quel caso di “miracolo Chievo”, etichettando con quell’epiteto la massima affermazione non solo di una società sportiva, ma di un nucleo esiguo di persone, poche migliaia di cittadini di una zona della città veneta che potevano vantare una propria formazione nel campionato italiano.
Ora, a poco più di dieci anni di distanza da quella favola, il “miracolo Chievo” potrebbe ripetersi a un centinaio di chilometri di distanza. Minuto 75 di ieri, venerdì 13 gennaio: allo stadio San Francecso d’Assisi di Nocera Inferiore, Gianluca Sansone, centrocampista offensivo del Sassuolo, maglia neroverde, segna la rete che proietta, almeno per una notte, i modenesi in vetta alla classifica del campionato di Serie B.
Sassuolo, quarantamila anime scarse nel cuore dell’Emilia, numericamente non è Chievo. Tuttavia, a livello calcistico può essere fatto il paragone con la squadra dei “Mussi volanti”. Mai stati in Serie A, i neroverdi guidati da mister Pea sono giunti al loro quarto campionato cadetto. Uno score di tutto rispetto per una società piccola, che gioca le proprie partite interne allo stadio Braglia di Modena e che, almeno per 12 ore, si è messa in fila Torino, Sampdoria, Verona, Padova, club blasonati che rappresentano la storia del calcio italiano.
Il Sassuolo sale in cadetteria per la prima volta nella sua storia nella stagione 2008/2009, condotto in Serie B da un certo Massimiliano Allegri. Settimo posto al primo anno, quarto e sconfitta nei play off al secondo, sedicesimo al terzo: questo il cammino di tutto rispetto di questi tre anni passati tra i “grandi” della squadra emiliana.
Con l’acquisto a gennaio di un ottimo giocatore come l’ex reggino Missiroli e la presenza nella rosa di ottimi elementi come Sansone o la punta Boakye, il Sassuolo può sognare il salto di categoria. Certo, siamo solo alla prima giornata del girone di ritorno, ma la squadra di mister Pea può contare su basi solide e quel giusto mix di gioventù ed esperienza che può far sì che quel famoso “miracolo Chievo” possa ripetersi, cambiando magari denominazione in “miracolo Sassuolo”.