E’ tornato Moratti

Osservare i cugini milanesi vincere trofei e collezionare campioni non è bello; assistere alla rinascita degli odiati rivali juventini è ancora peggio. Dopo aver speso miliardi di euro, Massimo Moratti, la notte del 22 maggio 2010, aveva finalmente visto i suoi sforzi ripagati: il magico triplete e sei mesi appresso il Mondiale per Club, il tutto intervallato da una Supercoppa italiana.

Il proprietario della Saras aveva deciso di gustare appieno la sua rivincita e dedicarsi maggiormente al risanamento di un bilancio disastroso. Credeva che, pur privandosi di campioni quali Balotelli ed Eto’o, la sua Inter restasse comunque in grado di portare a casa altre vittorie. Non aveva fatto i conti con la carta d’identità dei suoi, definiti vecchi già nel corso dell’epico 2010, e con la voglia di Milan e Juventus di strappargli lo scettro. Passato un anno in cui nerazzurri sono rimasti competitivi lasciando però intuire i primi segnali di cedimento, la distanza tra le due squadre di Milano è aumentata sensibilmente perché Galliani ha rinforzato una rosa già competitiva, mentre Moratti e i suoi collaboratori, al contrario, hanno indebolito l’Inter cedendo il suo atleta più forte. Altre scelte tecniche illogiche hanno fatto il resto: è stato allontanato il più profondo conoscitore di calcio della struttura societaria, vale a dire Lele Oriali; è stato assunto un allenatore, Gasperini, il cui tipo di gioco non combaciava con le caratteristiche degli uomini a sua disposizione e, infine, si è scelto di puntare su giovani ancora lontano anni luce dalle qualità necessarie per poter essere protagonisti in un grande club. Aggiungiamo pure il prepotente rientro della Juve, il quale crea tanto fastidio in via Durini.

Moratti non ci sta più! Per diventare la migliore di tutte la sua Inter ha impiegato quindici anni, il presidente ci ha rimesso cascate di denaro e non vuol perdere il prestigio faticosamente guadagnato. Per questo la mossa Tevez assume un duplice contorno: da un lato esplicita l’intenzione di riaprire senza patemi il portafoglio, dall’altro indica l’obiettivo di ostacolare il Milan e riacciuffare il primato, cittadino e non solo. Altre idee importanti compaiono nei progetti nerazzurri, ma la maggior parte di esse avranno piena attuazione solo a giugno. Ranieri è riuscito a navigare nel tempestoso mare di una rosa inadeguata e impoverita dalla malasorte, il mercato lo premierà. Momentaneamente una sola certezza può essere decantata: Moratti è tornato.