Con il suo calcio ha cambiato la storia del Manchester City. Con l’aiuto dei petrol-dollari e i tanti anni di esperienza in serie A, Roberto Mancini sta guidando i Citizens al vertice della classifica in Premier League. L’obiettivo è quello di conquistare il titolo che manca al City da ben 45 anni.
Intervistato dal quotidiano inglese “Daily Mail“, il Mancio è tornato sul tormentone Mario Balotelli (ampia panoramica sulle sue bravate) e sulla questione Tevez, due giocatori che hanno e stanno dando tanto al tecnico di Jesi: “Ho detto a Balotelli che quando c’è un problema, c’è sempre di mezzo lui. Lui mi ha risposto: ‘Mister, non è colpa mia’. E io: ‘No, suppongo sia mia’. ‘No – mi ha risposto -, non è colpa tua, ma stavo dormendo quando è successo’. E’ un ragazzo strano. E’ bravo, gentile, ma non lo capisco. Mi sento come se avessi bisogno di un traduttore speciale solo per lui. E’ un giocatore incredibile, ma non realizza la sua forza, la sua potenzialità come giocatore. Rooney e Ronaldo hanno il suo talento, ma sono intelligenti, sanno che la loro carriera è breve, non serve aspettare i 40 anni per capire di essere buono. Ricordo Gascoigne alla Lazio: trovi sempre giocatori così, ma solitamente sono anche i migliori calciatori. Spero che Mario possa migliorare quando diventerà un uomo, sarebbe molto importante per me”.
Su Carlitos Tevez, in procinto ormai di passare al Milan, ha affermato: “Non ho mai pensato di aver vinto la battaglia. La mia relazione con Carlos non era buona, ma fantastica. Ho fatto tutto ciò che era in mio potere per lui in due anni. Ora ci troviamo in questa posizione. Gli ho detto che sarebbe bastato scusarsi, ma da allora non so cosa gli passi per la testa, ignoro le sue ragioni. Il club però deve venire prima di tutto, sia di me che dei calciatori. Non c’è una battaglia vinta, è solo un momento triste. Non possiamo avere giocatori che pensano di farci un favore stando qua; forse Carlos la pensava così, non lo so. Ma non è una vittoria un finale come questo”.