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Il complesso di inferiorità del Real e di Cristiano Ronaldo

Barcellona contro Real Madrid rischia di diventare il complesso di inferiorità più eclatante della storia del calcio mondiale. Sconfitte su sconfitte, e pure pesanti, i fischi del Bernabeu e gli elogi per gli avversari storici con la maglia blaugrana. Il Classico ha nuovamente aperto una ferita epocale nel petto dei giocatori del Real Madrid che davvero non riesco a venire a capo del rebus di Guardiola, un pò come Batman e l’Enigmista.

Mourinho ha forse definitivamente capito che non ce n’è contro questo Barcellona. Da inizio stagione lo Special One non ha mai detto una parola fuori posto mantenendo un profilo basso. Un atteggiamento insolito per l’ex allenatore dell’Inter dettato dal fatto che per arrivare davanti al Barcellona bisogna rimanere concentrati dall’inizio alla fine e anche di più. E forse sperare che nel corso della stagione il Barça perda qualche colpo, come successo finora, ma sullo scontro diretto, ormai se ne sono accorti tutti, c’è ben poco da fare.

Ma gli occhi e i malumori, oltre che sull’ennesimo ko interno, sono tutti per Cr7, meglio noto ai più come Cristiano Ronaldo. Se il Real Madrid soffre di questo complesso di inferiorità, provate un secondo ad immedesimarvi nei panni del portoghese che contro il Barça ha segnato solo 3 gol in 13 sfide, il 10 dicembre ha fallito due clamorose azioni “non da lui” e in più deve assistere alle sgaloppate devastanti del suo antagonista principale, Leo Messi, che per una volta si è concesso il lusso di non entrare nel tabellino dei marcatori. C’è addirittura chi dice, in Spagna, che Ronaldo si sia stufato di questa pressione e che voglia cambiare aria ma queste voci le cataloghiamo volentieri sotto l’etichetta “fantascienza“.

La realtà al momento è una sola: Mourinho ha fatto giocare Cr7 anche in Coppa del Re contro il Ponferradina dove il numero 7 del Madrid ha anche segnato senza però esultare. Un segnale evidente della sofferenza del portoghese.