La prima sconfitta in Premier League del Manchester City ha scatenato l’ira di Roberto Mancini. Questa volta non è colpa di Balotelli, come successo alla vigilia del match, ma del 2-1 maturato nel “Monday Night” in favore del Chelsea che ha aperto una ferita profonda nel carattere e nell’orgoglio dell’ex tecnico di Lazio, Fiorentina e Inter.
Il “Mancio”, che non ha sicuramente digerito le parole rilasciate nel post partita da Villas-Boas e alcuni comportamenti dei Blues definiti “poco sportivi”, ha puntato il dito direttamente contro Ashley Cole. Secondo le prime ricostruzioni, infatti, il difensore avrebbe rivolto frasi offensive e volgari nei confronti dei giocatori del City. Il tutto, ovviamente, ha provocato la reazione degli stessi Citizens con a capo proprio il tecnico: “Non so se Cole ha detto qualcosa, non l’ho capito – ha spiegato Mancini in conferenza stampa con un filo di ironia – ma se i giocatori del Chelsea dicono che siamo un top team, allora è normale che siano così vivaci per averci battuto, perché hanno sconfitto un top team e questo è veramente importante per noi“.
Ma non è finita qui. L’allenatore italiano si è scagliato anche nei confronti dell’arbitro Mark Clattenburg, reo di non aver concesso ai Mancini Boys un rigore solare sul punteggio di 1-0 proprio in favore del City per fallo di Bosingwa su David Silva. “L’arbitro era molto vicino all’azione eppure non ha visto il fallo – conclude il coach – ma forse è perché stava piovendo un sacco…. Di certo, noi abbiamo dominato la partita e non è una cosa usuale che una squadra venga in casa del Chelsea a fare questo, e la sconfitta non cambia niente: abbiamo perso una partita che non meritavamo di perdere, ma la stagione è molto lunga e dura e ora dobbiamo solo concentrarci sull’Arsenal“.
Sul fronte Chelsea, dopo aver smentito il caso Cole definendolo “non vero e ingiusto”, Villas-Boas ha dichiarato a margine dell’incontro: “E’ stata una vittoria molto gratificante, arrivata al termine di una buona settimana e che credo cambierà le nostre chance in Premier League, perché sette punti di distacco non sono niente”.