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A Grosseto continua la barzelletta Camilli

Il calcio italiano ha trovato un nuovo protagonista: Piero Camilli. Stiamo parlando dell’ennesimo presidente megalomane, disposto a tutto pur di balzare agli onori della cronaca. Sembra che Zamparini e Cellino, preoccupati dalla concorrenza del collega maremmano, stiano preparando il benservito a Mangia e Ballardini, giusto per non vedere il loro primato in discussione. Delio Rossi, in un’intervista di qualche tempo fa, disse una frase che riassume alla perfezione il nostro pensiero: “In Italia si conoscono tutti i dirigenti, all’estero neanche i nomi dei presidenti”. Il Grosseto occupa attualmente la settima posizione nella classifica di serie B, 26 punti, due in meno della Reggina e quindi dell’ultimo posto utile per accedere ai playoff; i biancorossi si sono messi dietro squadre importanti per la categoria, come la Samp, il Bari o il Livorno. Un’ottimo parziale di stagione verrebbe da dire. Il Grosseto ha presentato quest’oggi il terzo allenatore in cinque mesi. Ma come si fa? Aveva iniziato il campionato Pietro Ugolotti, ottimo tecnico, con esperienze importanti in Prima Divisione alle spalle: a Foggia e Siracusa, negli ultimi due tornei, era subentrato ereditando compagini ultime in classifica e con rose modeste. Salvezza tranquilla in Puglia e playoff sfiorati in Sicilia. L’avvio in Toscana fu ottimo, presentò una squadra solida che restò imbattuta per molte giornate; pareggio in trasferta e vittoria in casa l’andazzo del primo Grosseto, un rendimento da promozione. Nelle successive gare, ovviamente, ci fu un lieve calo e la squadra perse qualche partita mantenendosi comunque ai vertici. Ma Camilli vedeva dei ragazzi poco cattivi ed esonerò il bravo Ugolotti puntando su un tecnico coriaceo come il Principe Giannini. Dopo un cambio sulla panchina solitamente si cerca di far quadrato, di superare assieme le difficoltà offrendo il meglio per la causa. Peccato che quel Grosseto di difficoltà ne aveva poche. Come è logico che sia con un presidente così, i calciatori rimangono un po’ scossi ed accusano il colpo perdendo tre gare tra le mura amiche; l’ex bandiera della Roma ha però idee chiare e carattere, ottiene altrettante vittorie in trasferta e risulta il primo ad espugnare l’Adriatico di Pescara. Dopo quest’ultimo successo sapete tutti come va a finire: il Principe si dimette in diretta tv perché un allenatore non può essere continuamente giudicato e sotto esame. Per di più senza possedere neanche la forza di un mese di lavoro con la squadra.

Un gesto che dovrebbe far riflettere sull’inutilità per un tecnico di andare a lavorare a Grosseto in questo momento; arriverò il giorno in cui in panchina dovrà sedersi proprio l’egocentrico Camilli, saziando così in pieno la sua smania di comando. Adesso non è ancora l’occasione giusta, infatti quest’oggi è sbarcato in Maremma Fabio Viviani, esperienze al Portogruaro e come vice di Reja a Napoli. Auguriamogli la buona fortuna: ne avrà tanto bisogno.