L’avvocato Walter

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, due lauree: a Coverciano e in giurisprudenza. L’ipotesi sarà sorta nella testa di molti. A parte gli scherzi, il tecnico toscano, oltre che sul campo, si conferma bravissimo anche nelle giustificazioni dei passi falsi davanti alla stampa. Per non parlare poi della sua capacità di mettere le mani avanti prima di quasi tutte le sfide. “Affrontiamo la squadra più forte d’Europa, non ci sono dubbi”, così parlò il buon Walter alla vigilia dell’incontro di Champions contro il Bayern Monaco; dopo la sconfitta subita all’Allianz Arena dichiarò che i suoi avevano dominato l’incontro. La cronaca narra di tedeschi imprendibili che chiusero la prima frazione di gioco con ben tre reti all’attivo, passivo meno pesante di ciò che in campo si era visto per il Napoli. La doppietta di Fernandez, in mezzo a tante altre azioni pericolose di marca bavarese, permise agli azzurri di ricevere una buona dose di elogi. Si decantava l’orgoglio ed il carattere dei partenopei, ma a nessuno venne in mente di accennare ad una partita dominata. Eccoci a Napoli Manchester City, una sorta di spareggio per gli ottavi, i polsi che tremano. “Riceviamo quella che, assieme a Real Madrid e Barcellona, è la compagine migliore in Europa”. Ma come, e il Bayern Monaco? Scommettiamo un euro che Ribery e compagni ritorneranno i numeri uno in caso di trionfo napoletano a Villareal e conseguente qualificazione  (nella quale, ovviamente, tutti speriamo). L’epica vittoria al cospetto degli inglesi era stata preceduta dalla sfida interna di campionato contro la Lazio dell’ex Edy Reja: un pari a reti bianche con Marchetti man of the match ed un Napoli sprecone. “Un pari che non esiste. Per me abbiamo vinto quattro a zero”. Ok, risultato bugiardo e gran bell’incontro da parte dei ragazzi di Mazzarri, nulla da ridire. Ma una tiratina di orecchie agli attaccanti? Perché non un richiamo al cinismo, caratteristica imprescindibile per una grande? Tralasciando la conferenza pre Bergamo, per non allungare troppo il brodo, concludiamo con la disamina walteriana di Napoli – Juventus, una vittoria praticamente gettata quando era oramai in cassaforte. “Paghiamo i troppi impegni: loro erano belli freschi mentre noi in settimana voliamo da un campo all’altro. La stanchezza ha preso il sopravvento, era inevitabile. Il bicchiere è mezzo vuoto ma noi non abbiamo colpe”. Premesso che, stanca o non stanca, quando una squadra si fa recuperare due reti nell’ultimo quarto d’ora ha sempre dei peccati da espiare, la questione che ci poniamo è relativa alla strana metodologia di pensiero dell’allenatore. Prima di una gara Mazzarri sembra Guardiola, il quale è solito attribuire tratti messianici all’avversario, dopo il novantesimo esistono soltanto i suoi calciatori; chi non fosse molto aggiornato potrebbe addirittura pensare ad un undici contro zero o ad un match  d’esibizione. Perché non ammettere semplicemente che le mosse tattiche di Conte, inedite quelle di ieri sera, ti hanno spiazzato? Perché non ammettere che i centrocampisti centrali più Campagnaro, pedine fondamentali dello scacchiere, si sono macchiati di errori decisivi? Ci siamo limitati ad esporre solamente le esternazioni della stagione corrente, risalissimo agli anni precedenti ricorderemmo un Mazzarri sempre pronto a sottolineare le ingiustizie arbitrali subite, quasi in ogni gara. Per carità, si tratta esclusivamente di una simpatica constatazione che non intacca lo straordinario valore tecnico di un allenatore che, dovunque sia stato, ha sempre ottenuto più del massimo. Proprio perché, al contrario dei pensieri dei denigratori del calcio, questo sport richiede molte qualità mentali, soprattutto per chi sta seduto in  panchina, possiamo definirci sicuri di una cosa: Mazzarri, così come Mourinho, ha un modo tutto suo di proteggere la squadra e trovare dei fattori avversi contro i quali combattere. Cambia la strategia ma non il prodotto finale, infatti si parla di due allenatori vincenti. Si potrebbe discutere l’interpretazione, dato che a volte il toscano è così immerso nel ruolo che sembra essere davvero un individuo che ragiona in una certa maniera e ciò gli procura le canzonature delle gente che non tifa Napoli. Ma ci hanno sempre insegnato però, anche a scuola, che il fine giustifica il mezzo. Vero avvocato Walter?

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Francesco Loiacono