Home » Cronache dalla Russia: il petardo a Shunin

36′ minuto di gioco: Anyukov si appresta a rimettere in campo la palla con le mani, ma un boato distoglie l’attenzione da quanto sta accadendo nei pressi della sfera. Le immagini si catapultano su Shunin, giovane portiere della Dinamo nel giro della nazionale, a terra sofferente. Più petardi sono stati lanciati dal settore dello Zenit, praticamente attaccato alla porta dell’estremo difensore locale,  e hanno colpito in maniera ravvicinata il giocatore avversario. L’arbitro Nikolaev (di Mosca, non felice come designazione del signor Rosetti, che da quando è in Russia poco ci ha capito) non ci pensa due volte, consulta i capitani, ma la sua decisione è immediata, la partita non proseguirà. Bruno Alves e Witsel parlano con Malafeev, ma capiscono che c’è ben poco da fare. Dopo nemmeno un tempo, sul punteggio di 1-0 a favore dei padroni di casa, la gara viene interrotta, con la probabile decisione di un 3-0 a tavolino per la Dinamo. Ma il dopo gara non è stato così semplice.

Bisogna partire dal presupposto che le due tifoserie non si amano. E non solo. Shirokov ha scherzato più volte su twitter l’inizio a suon di sconfitte dei “poliziotti”. Soprannome che non fa tanti apprezzamenti in Russia. E già nel 2008 lo Zenit subì la squalifica del campo, quando nella sfida al Petrovskij contro i moscoviti, terminata 1-1, i tifosi di casa esibirono striscioni denigratori contro Lev Yashin. La prima partita casalinga del 2009, col Saturn, si gioco nella strana e triste atmosfera che soltanto uno stadio sempre esaurito può dare se totalmente vuoto. Anche lo scorso anno, nel match decisivo di Champions League con l’APOEL, la gara fu sospesa in due occasioni; nonostante ciò lo Zenit riuscì a portarla a termine, evitando sanzioni in denaro e soprattutto in classifica. Non serve andare così lontano comunque per trovare altri episodi simili: ad agosto in casa dell’Anzhi accadde qualsiasi cosa, anche se lì probabilmente la colpa è da additare maggiormente alle forze dell’ordine locali, e una settimana fa i seggiolini del settore ospite a Nizhnij Novgorod sono stati divelti. Episodi che non rendono omaggio a una tifosera fantastica come quella dello Zenit San Pietroburgo.

Un avvenimento del genere in Russia non poteva che scatenare mille reazioni. E’ arrivato il comunicato ufficiale dello Zenit, che si è logicamente tenuto a distanza dai colpevoli, e ha augurato una pronta guarigione a Shunin. Più pepato il dg Mitrofanov, che ha accusato la Dinamo, in quanto responsabile dell’organizzazione dell’evento; secondo lui è colpa del club moscovita se certi elementi sono potuti entrare allo stadio con qualsiasi cosa e, in caso di sconfitta a tavolino, sarebbe pronto a ritirare la squadra dal torneo. E c’è chi, ironicamente, gli ha detto di prender parte al campionato finlandese, dal quale San Pietroburgo dista non più di 20 km. Stizzito invece Mikhail Boyarskij, noto cantautore e tifoso dello Zenit, che ha ritenuto denigrante per tutta la città questo avvenimento.

Di parere ovviamente diverso in casa Dinamo. “Queste cose possono succedere solo in Russia” ha detto Noboa. Kokorin invece è più pratico, e pretende i tre punti. Dal canto suo Shunin continua ad avere problemi ad un occhio e a una gamba. Il presidente Sovolyev ha dichiarato, attraverso un comunicato, che la Dinamo deve necessariamente avere la vittoria tecnica, come si è soliti dire in Russia.

Cosa succederà adesso? L’ex calciatore dello Zenit Sozin si è detto convinto che non ci saranno penalizzazioni in classifica per lo Zenit. Secondo lui la pena costringerà a pagare un’ ingente somma e a giocare tante partite senza tifosi. Il presidente della RFS Tolstyjkh ha effettuato un sopralluogo sul luogo dell’incidente e ha dichiarato che una decisione verrà presa la prossima settamana, con l’attenta analisi di tutti i materiali a disposizione.

Non è nuova la Dinamo a episodi del genere. Già in coppa di Russia, con la Torpedo, si qualificò a tavolino. Ed è proprio a questo episodio che si rifa Koloskov, ex presidente della RFS. Secondo lui la pena da comminare allo Zenit deve essere uguale a quella inflitta alla Torpedo: tre partite a porte chiuse, 500.000 euro di multa e lo 0-3. Lo stesso Koloskov si dice fiducioso dell’applicazione delle norme presenti del regolamento.

Situazione intricata, vedremo se e in che modo pagherà lo Zenit. Il tutto alla vigilia della sfida decisiva col Malaga