Home » Il pupillo di… Dario Alfredo Michielini

Settima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

IL REGNO DI ANDY – Per chi vive a Newcastle, maggiore centro del nord-est inglese, tifare la squadra locale è una specie di obbligo morale. I locali non impongono i colori bianconeri, ma sembrano chiedere per favore di aiutarli nel supportare lo United. E’ in questo modo che si crea complicità tra le molte presenze internazionali in città (ci sono due importanti università frequentate da persone provenienti da centinaia di nazioni diverse) ed i “Geordies”, nomignolo degli abitanti di Newcastle.
In questo scenario, nell’anno che chi vi scrive passò abitando a pochi metri dal grandioso St. James’ Park, un giocatore ha impersonificato l’amore dei tifosi per la squadra, gli eccessi della città più scatenata del Regno Unito e la classe di chi lo ha preceduto: Andy Carroll.

ASCESA E DECLINO DI UN GIOVANE MITO – Nato a Gateshead come “Gazza” Gascoigne, Andy ha in comune con il più famoso conterraneo la passione per l’alcool ed i locali notturni. Sul campo non ne risente troppo ad inizio carriera, trascinando con 17 gol i Magpies in Premier League dopo un solo anno di purgatorio in Championship. A quel tempo (stagione 2009/2010) Andy è poco più che un ragazzino, ha 20 anni, tutta la carriera davanti ed una grande opportunità di farsi conoscere sul palcoscenico calcistico più famoso, quello inglese.
Nel settembre del 2010 vedere giocare Carroll dal vivo è un’esperienza unica: alto due metri, protegge il pallone come pochi, sforna assist d’autore e gol frutto di potenza e di opportunismo. Il gioco di Chris Hughton è banale quanto produttivo: palla lunga al suo gigante centravanti, la squadra sale e aspetta che Andy si inventi un passaggio, che vinca un rimpallo, che dia la palla in fascia per poi farsi trovare pronto in area di rigore per l’incornata vincente.

In 19 partite in Premier segna 11 gol, la Toon Army (nome generico con cui sono identificati i milioni di tifosi del Newcastle) trova un nuovo profeta, un nome da far succedere a quelli di Jackie Milburn, di Alan Shearer, di Gary Speed, di Peter Beardsley. Quell’ autunno è tribolato sul piano personale per Andy: in ottobre litiga con l’ex fidanzata, la aggredisce, ed il giudice accetta di non incarcerarlo a patto che si trasferisca a casa di Kevin Nolan, suo capitano in campo.
Il legame tra i due si cementa, ma il nostro di certo non si ferma: organizza festini a luci rosse in cui scorre whisky e, si dice, cocaina. Sullo sfondo della macchina di Carroll che va a fuoco nel parcheggio privato di Nolan (forse una rappresaglia della ex), il ragazzo diventa il padrone incontrastato delle notti brave “made in Newcastle”, già di per loro famose in tutta Inghilterra.
Nonostante questo, ad ogni allacciata di scarpe la magia continua. Il Sunderland, rivale sanguigno della Toon Army, è sotterrato sotto un 5 a 1 imbarazzante a St. James’ Park, ed il Liverpool subisce la furia del ragazzo di Gateshead, che con un gol ed un assist contribuisce ad un 3 a 1 altrettanto storico. A 21 anni, Andy Carroll è tra i giovani più seguiti d’Europa, una macchina da gioco che ricorda Batistuta e che possiede l’inconfondibile appeal delle icone del calcio britannico. Ha rimesso, con l’aiuto dei suoi compagni, Newcastle sulla cartina del calcio che conta.

L’arrivo di Alan Pardew, tecnico sicuramente migliore di Hughton, cambia però le cose. La squadra gioca sensibilmente meglio, il gigante con la coda di cavallo non è più indispensabile ed arrivano 40 milioni di euro dal Merseyside. A gennaio 2011 Andy si leva la maglia bianconera ed indossa quella rossa dei Reds. E’ l’inizio di un periodo infelice sul campo per lui. Non riesce più ad essere decisivo ed il più costoso trasferimento di un giocatore inglese nella storia della Premier diventa una barzelletta. Lui si dà una ripulita, esce di meno ed entra nelle grazie di Fabio Capello; in nazionale segna 2 goal in 5 apparizioni ma quando Roy Hodgson subentra al tecnico di Pieris, Carroll torna in panchina.
In un’ Inghilterra disfunzionale, trapattoniana, sarebbe teoricamente un punto fisso, ma Hodgson si ostina a lasciarlo fuori. Quando lo mette contro l’Italia nell’ultimo europeo è l’unico a creare qualcosa nella pochezza di una delle nazionali d’oltremanica meno spettacolari di sempre.
Al Liverpool invece Andy è accoppiato con Stewart Downing, il miglior crossatore della Premier da un punto di vista statistico, ma i 4 gol in 35 apparizioni la dicono lunga sugli esiti dell’esperimento della dirigenza americana.

Fin qui il presente ed il passato, ma il futuro? Andy Carroll è troppo forte e troppo giovane per essere rovinato. Qualcuno deve necessariamente continuare a dargli la fiducia che il suo talento merita. L’Inghilterra ha bisogno di lui, lui ha bisogno di una carriera lontana da tentazioni e pazzie di vario genere. Il calcio britannico si distingue per storie di redenzione, bisogna augurarsi che il gigante di Gateshead sia una di queste e non che sia simile a quella di Gazza, suo concittadino. In pericolo, Carroll ha bisogno di un salvatore.

Per quanto riguarda il sottoscritto, egli si augura solamente che un giorno Andy indossi ancora la sacra maglietta numero 9 su fondo a righe bianche e nere ed entri galoppando come era solito fare sul prato del St. James’ Park, ricambiando l’applauso tonante dei 55000 Geordie, di ogni nazionalità, presenti sugli spalti. Loro sono pronti a perdonare il figliol prodigo, a farlo ritornare il simbolo della loro fantastica città.

PUNTATE PRECEDENTI:

6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov