L’anno che verrà: mercato? Se l’acqua non c’è…
Pato via, Rossi arriva, Robinho sta per salutare, Vargas saluterà pure lui, Rocchi ha cambiato squadra, Calaiò e Armero stanno per farlo, Merkel si trasferisce nel nordest, benvenuto Bianchi Arce. Stando a quanto visto in questi primi giorni di scambi, sembra proprio che gli appassionati di calciomercato non si annoieranno nella finestra di gennaio. Perché il mese di trattative invernale è partito in modo frenetico, in una maniera che ha alimentato le chiacchiere, sempre fervide quando gli affari calcistici incombono. Bello, ci mancherebbe; tutto molto bello per gli amanti delle strette di mano e dei milioni volanti. Paradossale, però, che tutto ciò sia… solo una conseguenza. Già, una conseguenza, derivata da un mercato povero – lo scorso, quello estivo – che salvo alcuni casi ha prodotto soltanto pasticci. Non ne ha combinati la Fiorentina, ci mancherebbe, eccezionale nelle operazioni, bravissima a puntellare la rosa con i giocatori opportuni; l’arrivo del Pepito è stata, poi, la ciliegina sulla torta, quell’affare che va a rendere la Viola una macchina dai meccanismi impeccabili. Una squadra, insomma, insidiosa, gestita da una società intelligente.
Non proprio lo stesso, invece, per il Milan, impeccabile sì, ma nelle… cessioni eccellenti. Via Ibrahimovic e Thiago Silva in agosto, via, adesso, colui che Carlo Ancelotti, nell’oramai lontano 2008, etichettò come “L’attaccante potenzialmente più forte al mondo”, Alexandre Pato. All’epoca paragonato addirittura a Ronaldo (non CR7, quello vero), lasciato maturare in maniera non del tutto spontanea, fatto sviluppare tanto, troppo, e reso fragilissimo. Nel fisico e nella testa. Conseguenza: mille infortuni, investimento sbagliato, pacco rispedito al mittente. E noi? Cogliamo la palla al balzo, e vi diciamo che questa di Pato è la vicenda ideale per spiegare che tipo di mercato ci si deve aspettare, quest’anno, dalle società di Serie A. Un mercato… di “riparazione”, che sì, vero, è il nome che tutti attribuiamo al periodo di trattative invernali da un po’ di anni a questa parte, ma attenzione: stavolta questo termine, “riparazione”, ha un’accezione ben diversa. Perché se fino a un paio di stagioni fa voleva intendere quel periodo in cui fare acquisti serviva a migliorare la rosa (come fatto, già, dalla Fiorentina per l’appunto: ed ecco a voi l’eccezione che conferma la regola), ora come ora tale significato è mutato, radicalmente. La “riparazione” assume un concetto più spesso, più robusto, più negativo, e sfocia nell’angusto significato di “rimediare”. Rimediare a quel risparmio cercato forsennatamente in estate, a quelle scommesse fatte e perse, alla politica della spesa evitata – anch’essa procurata da una gestione finanziaria pessima della maggior parte delle società italiane. Meglio però non entrare nel discorso della gestione delle risorse economiche: si andrebbe a finire in un settore troppo ampio, finendo per aprire una parentesi sulla situazione odierna del nostro Belpaese.
Dunque, appassionati di mercato, preparatevi a un 2013 in cui le trattative saranno tante, sì, ma molte delle quali utili a piazzare la classica “toppa”. Molti affari, ma pochi(ssimi) da brivido. Nessuna stella nei nostri confini, molti talenti che espatrieranno, in cerca di emozioni, ambizioni e scenari diversi (e anche qui andrebbe aperto un capitolo a sé: scenari diversi, già. Come per esempio gli stadi inglesi: spettacolari, dalla Premier League alle partite di League Two, con tribune sempre piene. Perché al di là della Manica l’hanno compreso che il calcio deve essere uno spettacolo a 360 gradi).
Si cercherà, inoltre, molto in Sudamerica, dove nascono numerosi talenti ma solo pochi, effettivamente, in grado di esplodere di qua, nel Vecchio Continente; e si subirà la sempre più insistente pressione di quelle due potenze economiche che sono Arabia Saudita e Russia, intenzionate a sviluppare il calcio, anche loro, come spettacolo a tutti gli effetti. Attenzione anche alla Cina: Lippi sta impartendo lezioni di filosofia calcistica, la passione è in continuo aumento. Tirando le somme, allora, lo possiamo dire: in questo 2013 si assisterà sostanzialmente a due tipi di mercato. Il primo, questo di gennaio, volto a sistemare (pesantemente) le cose; il secondo, quello estivo, mirato ancora una volta alla ricerca del jolly, giovane e bello, sperduto in qualche angolo del globo. Soldi non ce ne sono, effettivamente, la crisi è ancora nel pieno, la fiscalità opprime, l’acqua non c’è, la papera non galleggia. Non è detto, comunque, che già nei nostri confini non ci sia qualche ragazzo dai piedi buoni prossimo all’esplosione, o qualche ragazza, perché no: noi di MondoPallone seguiamo, infatti, anche il calcio femminile. Ne siamo appassionati. Ve lo abbiamo dimostrato, e ve lo dimostreremo ancora: a partire dall’editoriale che il nostro Matteo Portoghese sta preparando, e che verrà pubblicato… giusto il tempo che passi quest’altra intensa giornata.