Rugby League, State of Origin – Finalmente New South Wales ha interrotto il digiuno
Il penultimo weekend di giugno è stato uno dei più importanti dell’anno per il rugby league internazionale e rappresentativo. Si sono infatti giocati i Pacific Test col doppio scontro Papua Nuova Guinea-Fiji e Tonga-Samoa al Campbelltown Stadium di Sydney, la sfida Nuova Zelanda-Inghilterra nell’inedita sede di Denver (Colorado, Stati Uniti) ma soprattutto gara 2 dello State of Origin, la sfida che annualmente vede i migliori australiani della NRL dividersi tra New South Wales e Queensland nella più feroce e intensa rivalità dello sport dell’emisfero sud.
Tra il 2006 e il 2017, QLD si era aggiudicato 11 serie su 12 disputate, in un digiuno NSW interrotto soltanto dall’exploit del 2014. Grazie alla dinastia costruita da coach Mal Meninga, ora pundit televisivo (era in studio nel dibattito pre e postgara del test di Denver) e commissario tecnico dell’Australia, e da fuoriclasse del calibro di Cooper Cronk, Cameron Smith e Jonathan Thurston, i Maroons avevano addirittura portato a casa addirittura 8 Origin consecutivi, con la perla del cappotto 3-0 del 2010.
Quest’anno, col ritiro dei tre senatori summenzionati, si sapeva che la musica sarebbe potuta cambiare eppure, vuoi per la presenza e la leadership di Billy Slater, vuoi per il rientro e reintegro ad alti livelli di Greg Inglis e per una batteria di giovani molto promettente, si pensava a una serie equilibrata e tirata sino all’ultimo. Eppure New South Wales, spinta dall’estremo della nazionale italiana James Tedesco – tornato in questa serie ai livelli di forma dei Wests Tigers dopo un mondiale così così e un inizio timido coi Roosters – e da capitan Boyd Cordner, seconda linea e compagno di squadra di “Teddy” a Sydney, è tornata ai fasti di un tempo. A quelli di quando Anthony Minichiello e altri top player, come l’attuale coach Brad Fittler, i titoli li mettevano in bacheca sbattendoli “in faccia” all’ostinato avversario.
Sono bastati due match, allora, per decidere questo State of Origin. Grazie a una gara 2 in cui la tenuta difensiva ha aiutato i Blues, bravi a resistere dopo fasi controllate e dominate dai campioni in carica, e da una brillantezza offensiva con pochi eguali al mondo. Un tempo si diceva che l’Australia di nazionali avrebbe potuto schierarne due e vincere ugualmente il Mondiale (ora l’Inghilterra non sarebbe così d’accordo…), ma esagerazioni a parte questa serie ha mostrato livello di energie, adrenalina e intensità spettacolari e difficilmente riscontrabili altrove.
Formazioni alla mano, NSW – forte del vantaggio del fattore campo – conferma l’azzurro Tedesco nella posizione di estremo, con Tom Trbojevic all’ala destra e Josh Addo-Carr all’ala sinistra; Latrell Mitchell e James Roberts i centri. James Maloney e Nathan Cleary, mediano di mischia di Penrith non ancora convocato dai Kangaroos, completano i tre quarti.
David Klemmer e Matt Prior i piloni con Damien Cook, visto nel 2017 in maglia Country NSW, ad agire da tallonatore in uno schieramento di avanti completato dalle seconde linee Cordner e Tyson Frizell e dalla terza Jack de Belin.
A dare energia, polmoni e ricambi dalla panchina l’altro nazionale italiano Paul Vaughan – 6 caps con gli azzurri negli anni 2013–17 – oltre che da Jake Trbojevic, Angus Crichton e Tyrone Peachey.
Dragons on Twitter: Paul Vaughan has been charged by the NRL’s Match Review Committee.
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— SteelDragons (@SGI_Dragons) June 29, 2018
Per quanto riguarda i Maroons, recuperato Slater dopo l’assenza di gara 1, mentre Valentine Holmes e Dane Gagai agiscono alle ali; Inglis e Will Chambers – ex Queensland Reds e Munster, compagno di squadra di Quade Cooper quando giocava a rugby union – i centri, dietro a una mediana formata da Cameron Munster (Melbourne Storm) e Ben Hunt (St George Illawarra Dragons). Gli avanti: Dylan Napa e Jarrod Wallace (piloni), Andrew McCullough (tallonatore), Gavin Cooper e Felise Kaufusi (seconde linee), Josh McGuire (n. 13). Dalla panchina Kalyn Ponga (Newcastle), Josh Papalii (Canberra Raiders), Coen Hess (NQ Cowboys) e Jai Arrow (Gold Coast Titans).
Specialmente in cabina di regia, è cambiato tutto in casa QLD. Dopo gli anni di Thurston, Cooper Cronk e Cherry-Evans, Munster e 6 Hunt fanno 6 test in due e pagano l’inesperienza. Dall’altra parte Maloney si prende tutto il proscenio, finalmente libero dai pesanti dirimpettai.
in the course of researching and writing the first draft of a book, I cannot believe the amount of quality Rugby League I’ve missed! England smashing the Kiwis in Denver was something special. Likewise State of Origin II.
— Daniel Pycock (@Daniel_Pycock) June 30, 2018
In cronaca, la sblocca Holmes al 13′ e i Maroons sembrano avercene di più. Anche perché Gagai, novello sposo con South Sydney dopo gli anni a Newcastle, raddoppia al 20′. La NSW di qualche anno fa, a questo punto, sarebbe crollata e invece Fittler ha toccato le corde giuste, sul piano tecnico, tattico e motivazionale: ecco la meta di Addo-Carr al 25′, bissata a stretto giro di posta da quella di Cordner, degnissimo capitano: musica cambiata anche grazie alla difesa di chi è in vantaggio nella serie.
Secondo tempo e Maloney conferma il flirt con la piazzola (100%, contro l’1/3 di Holmes), mentre NSW macina gioco e dà spettacolo agli 82 mila dell’ANZ Stadium.
Mitchell va a marcare al 50′ e a poco serve la replica di Chambers poco dopo l’ora di gioco: il 18-14 finale consegna gara e serie a chi non vinceva da 3 anni e segna una netta svolta nella storia dello State of Origin.
Esordio nel torneo per Prior (Cronulla Sharks) e Ponga (Knights).
Se Queensland, poco abituata a perdere nella storia recente del rugby league, proverà a rifarsi mercoledì 11 giugno a Brisbane per evitare perlomeno l’umiliazione dello 0-3, NSW si gode il suo momento d’oro, forte anche del trionfo degli Under 18 lo scorso 6 giugno (16-0), della femminile al North Sydney Oval con identico punteggio e dei Residents, abili a controllare 36-20 la sfida curtain-raiser di domenica, con meta tra gli altri del nazionale tongano Tony Satini.
Appuntamento tra due mercoledì con gara 3 al Suncorp Stadium. Fischio d’inizio a mezzogiorno (ora italiana).
NEW SOUTH WALES–QUEENSLAND 18-14 (12-10)
New South Wales
FB 1 James Tedesco
WG 2 Tom Trbojevic
CE 3 Latrell Mitchell
CE 4 James Roberts
WG 5 Josh Addo-Carr
FE 6 James Maloney
HB 7 Nathan Cleary
PR 8 David Klemmer
HK 9 Damien Cook
PR 10 Matt Prior
SR 11 Boyd Cordner | Capitano
SR 12 Tyson Frizell
LK 13 Jack de Belin
Subentrati:
IC 14 Paul Vaughan
IC 15 Jake Trbojevic
IC 16 Angus Crichton
IC 17 Tyrone Peachey
All.: Brad Fittler
Queensland Maroons
FB 1 Billy Slater
WG 2 Valentine Holmes
CE 3 Greg Inglis | Capitano
CE 4 Will Chambers
WG 5 Dane Gagai
FE 6 Cameron Munster
HB 7 Ben Hunt
PR 8 Dylan Napa
HK 9 Andrew McCullough
PR 10 Jarrod Wallace
SR 11 Gavin Cooper
SR 12 Felise Kaufusi
LK 13 Josh McGuire
Subentrati:
IC 14 Kalyn Ponga
IC 15 Josh Papalii
IC 16 Coen Hess
IC 17 Jai Arrow
All.: Kevin Walters
Arbitri: Gerard Sutton, Ashley Klein.
Note – Spettatori: 82.223
The Sydney Harbour Bridge is blue again tonight for Game 2 of the State of #Origin! #uptheblues @NSWRL pic.twitter.com/06w0kWwjxq
— Gladys Berejiklian (@GladysB) June 24, 2018
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THE BLUES WIN STATE OF ORIGIN!
New South Wales wins its first #Origin series since 2014 after beating Queensland 18-14 in Game II in Sydney. (Pic: AAP) pic.twitter.com/eVmRZwPJcg
— ABC Grandstand (@abcgrandstand) June 24, 2018