La solita grande Juve
La qualificazione della Juventus ai quarti di Champions League ha assunto i toni dell’impresa.
Non tanto per la forza in sé del Tottenham, squadra di alto livello ma alla portata dei bianconeri, quanto per la situazione che si era andata a creare nell’economia del doppio confronto.
Mentalmentente, infatti, non deve essere stato facile per gli uomini di Allegri: in pieno (?) controllo a un certo punto della sfida di andata, si sono fatti cogliere impreparati dalla rimonta degli Spurs. Il conseguente nervosismo, concedetecelo, del tecnico in conferenza stampa di fronte a certe critiche, la sensazione di aver buttato una qualificazione non facile ma alla portata.
Ecco, tutte queste cose, unite alla pressante e senza soste lotta col Napoli nella corsa scudetto, ha messo un bel po’ di pressione su una squadra dominatrice del campionato italiano nell’ultimo lustro ma incapace, nello stesso lasso di tempo, di sollevare al cielo la “Coppa dalle grandi orecchie”. Eppure, Dybala e compagni sono riusciti, nel giro di pochi giorni, a ribaltare tutto e spostare la settimana e la stagione verso la loro direzione.
Ci sono stati pochi ma decisivi minuti e istanti, nelle ultime due partite, che rischiano di segnare in positivo il 2017-2018, alla faccia di critici, gufi e avversari.
A Roma stava infatti maturando uno 0-0 potenzialmente letale per le chance scudetto della squadra. Vero, il campionato è ancora lungo ma è già il momento di tabelle e corsa scudetto: pareggiare con la Lazio avrebbe consegnato al Napoli se non un match point qualcosa di molto simile. All’ultimo respiro Dybala– eternamente incastrato tra il paragone coi più grandi del pianeta e la dimensione di una Serie A troppo piccola per rendere serio questo confronto – ha risolto l’affaire Lazio, mettendo in saccoccia 3 punti e tanta pressione ai rivali partenopei. Che due ore dopo, in uno psicodramma (sportivo) collettivo si sono sciolti, come neve al sole. Violando il San Paolo la Roma s’è presa a un tempo sia una bella dose di fiducia in sé stessa che la soddisfazione di aver messo al tappeto il gioco di Sarri, il calcio più bello d’Europa, uno scudetto forse troppo presto cucito sulle maglie azzurre. Senza nulla togliere all’exploit giallorosso in un campo difficilissimo e contro la capolista, la sensazione è che quel gol di Dybala ci abbia messo effettivamente lo zampino: da un potenziale match point a dover performare contro una big per poter reggere il passo dei campioni d’Italia il passo, per il Napoli, è stato breve. E tutto il resto lo sappiamo già.
Si è alimentato allora come un circolo virtuoso, dove passaggio del turno in Coppa Italia, 3 punti recuperati al Napoli in campionato e potenziale sorpasso dopo il recupero con l’Atalanta e crollo dei rivali in Italia ha dato il là a quei minuti di Wembley.
Perché la forza mentale di questa Juventus, fiera e consapevole di essere ancora la più forte alll’interno dei confini natii, la conosciamo tutti e l’abbiamo toccata con mano un’altra volta. Proprio quando, a Londra, tutto sembrava compromesso. É la solita grande Juve, è il caso di dirlo.