La resa
“Lotta Scudetto? Riguarda solo la Juve, è di un altro pianeta”. Con queste parole Maurizio Sarri ha di fatto messo fine alla lotta per il primo posto. La ventisettesima giornata della Serie A 2017/2018 verrà ricordata come quella del sorpasso decisivo della Juventus ai danni del Napoli (anche se solo virtuale visto che i bianconeri devono recuperare la partita contro l’Atalanta). Il gol di Dybala al 93′ contro la Lazio e le quattro reti rifilate poche ore più tardi dalla Roma ai partenopei hanno infatti indicato alla squadra di Allegri la strada verso il settimo Scudetto consecutivo, epilogo su cui nessuno ha realmente avuto dubbi. I bianconeri eguaglieranno così un record stabilito in epoca recente solo dall’Olympique Lione, campione di Francia dal 2002 al 2008. Uno in più del Bayern Monaco, che questa stagione vincerà la sua sesta Bundesliga di fila.
Il fatto di essere così categorici ce lo suggerisce paradossalmente proprio l’allenatore del Napoli, principale antagonista della Juventus. Dopo dieci vittoria consecutive il passo falso della squadra di De Laurentis è arrivato, ma la situazione si poteva gestire meglio visto anche il prossimo impegno a San Siro contro l’Inter. Non ci sono dubbi che i bianconeri abbiano la rosa nettamente più forte (probabilmente solo Koulibaly, Hamšík e Insigne avrebbero un posto da titolare tra i campioni d’Italia) e più ampia, ma ribadirlo così chiaramente dopo la sconfitta più pesante della stagione non fa bene all’ambiente e soprattutto ai giocatori del Napoli.
Allegri ha ribadito che la sua squadra dal punto di vista del carattere è straordinaria nel voler sempre portare a casa il risultato in qualsiasi situazione, cosa che però fino a sabato era riuscita a fare anche il Napoli quest’anno. Viste però le dichiarazioni di Sarri qualcosa non torna. La domanda che sorge spontanea è la seguente: considerando che per lo Scudetto la Juventus fa una lotta a sé, perché mollare Europa League e Coppa Italia prematuramente? Forse sarebbero stati obiettivi più facilmente raggiungibili.
Doversi confrontare con una squadra che non prende mai gol (nessuna rete subita in campionato nel 2018) e vince tutte le partite, sia quando gioca bene che quando gioca male (contro la Lazio: un tiro in porta = un gol), è psicologicamente massacrante ed è quasi inevitabile che prima o poi si lasci qualcosa per strada. I tifosi partenopei sono sempre stati vicini alla squadra e anche dopo il ko contro la Roma hanno sostenuto a gran voce i giocatori. Chissà però se col senno di poi e pensandoci su anche loro non avrebbero preferito provare ad arrivare in fondo in una delle altre competizioni, magari provando a diventare la prima italiana a vincere l’Europa League.
La squadra col gioco più bello d’Italia invece anche questa stagione si ritroverà senza titoli, motivo per cui inizia a essere a paragonata all’Olanda. Gli Oranje però vinsero gli Europei del 1988, quindi il confronto per ora non regge. Le scelte spesso si rivelano decisive e in questo caso potrebbero essere anche dolorose. La Juventus vista la vastità e la qualità della rosa può permettersi di non scegliere giocando al massimo tutte le competizioni; il Napoli non ha questa fortuna ma poteva scegliere di lottare in una competizione in cui (Atlético Madrid escluso) nessuna avversaria era così forte come i bianconeri.