Home » L’Italia è vicina

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Per la prima volta nella storia, l’Italia del rugby gioca in prima serata nel 6 Nazioni. Un’occasione storica e un cambio di sede, per quest’anno, per il sentito Trofeo Garibaldi. Non si gioca infatti allo Stade de France di Parigi ma al Vélodrome di Marsiglia, impianto di casa dell’Olympique de Marseille nella Ligue 1 di calcio.

Tanta storia dello sport francese è stata scritta in questo stadio, inaugurato nel 1937, secondo impianto del paese per dimensioni. Dati storici alla mano, è stato ed è la casa (o meglio, una delle case) anche dell’ovale francese. Come quando ha ospitato le gesta del Marseille XIII nel rugby league negli anni 50, finali del campionato nazionale di rugby a XV, o partite interne del vicino RC Toulon.

Roberto Bregani/Fotosportit
Per gentile concessione Media Bin FIR

Se allora la cornice è degna, cercheranno di esserlo anche le squadre in campo. Non un gran momento per la Francia come per l’Italia. Bleus e azzurri sono infatti penultimi e ultimi nella classifica del torneo dopo le prime due giornate. Tra i due team, entrambi a secco di vittorie, sinora stanno facendo la differenza i 2 punti di bonus guadagnati sul campo dai ragazzi di Jacques Brunel, mentre il XV italiano deve ancora muovere la classifica.
Luci e ombre dai cugini d’oltralpe nei 2 turni giocati sinora. Sconfitta di misura o quasi (13-15 dall’Irlanda, 32-25 in Scozia), la Francia ha alternato cose buone ad altre meno buone. Certo Brunel, l’ex di turno, ha un compito ingrato e per niente facile: attuare il ricambio generazione nonostante la pressione di un pubblico ben educato e abituato al tutto e subito, l’umiliazione di rischiare – siamo realisti – il cucchiaio di legno, l’ansia da prestazione. Proprio per questo il venerdì sera di Marsiglia diventa un passaggio delicato, snodo decisivo: cedere agli italiani, da sempre sminuiti e snobbati a Parigi e dintorni, sarebbe un pessimo segnale e aggraverebbe la situazione invece di “comprare tempo” al nuovo ct.
Insisto: l’ex tecnico di Perpignan e ItalRugby non fa il lavoro più facile del mondo. Deve pescare da un campionato di altissimo livello, sì, ma “condizionato” dalla presenza di tante stelle straniere, britanniche o provenienti dai movimenti top dell’Estremo Sud. Come ci ha spiegato Valerio Amodeo di Non Professional Rugby in un’intervista esclusiva in settimana, questi top player occupano spesso posizioni determinanti in campo come la mediana e diventa difficile, per chiunque guidi il XV de France, allestire una formazione performante e degna della tradizione di una delle federazioni più antiche al mondo.

Dall’altra parte noi, sotto pressione per effetto di una classifica che ammutolisce. L’attacco più sterile del torneo (34 punti segnati, a fronte dei 39 di Scozia e Francia, dei 40 del Galles) ma è la difesa a preoccupare: 102 i punti incassati sinora, in una media che toglie il respiro. Aver affrontato subito Inghilterra e Irlanda, evidentemente le favorite per la vittoria finale ranking internazionale alla mano, non aiuta statistici e statistiche, ma duriamo da anni appena un’ora. Così poco, come tenuta fisica e mentale. I problemi nell’1vs1 ci sono tutti e al maggior coraggio e intraprendenza palesati in attacco non accompagniamo disciplina ed efficacia nel contenimento dell’avversario. Anche qui, stiamo con Valerio: troppe soft penalties e calci regalati. Troppo spesso Farrell e Sexton, tra l’altro due cecchini, hanno avuto un lasciapassare verso la piazzola.
Che fare, allora? Questa sera, nell’anticipo della 3/a giornata, bisognerà prestare massima attenzione alle giocate dei singoli francesi. Servirà non far accendere avversario e pubblico, perché poi diventa un problema; ci sarà da soffrire ma andare oltre la sconfitta onorevole. I miglioramenti, che ci sono stati e raccontano di un XV azzurro alla ricerca della forma migliore in vista della seconda parte del 6 Nazioni e del tour in Giappone, dovranno tramutarsi in più punti fatti ma soprattutto meno mete e calci subiti.

Se e solo se queste cose si verificheranno, potremo accarezzare il Trofeo Garibaldi. E magari portarlo a casa. Pazza idea di un venerdì sera marsigliese. L’Italia, in fin dei conti, dista poco.


“È evidente che per Jacques domani sarà una partita speciale, ma penso che oggi lui come CT della Francia abbia come obiettivo di preparare la sua squadra al meglio. La tensione psicologica e mentale fa parte di ogni test match: la Francia ha un XV a livello individuale e tecnico più forte di noi, ma le partite si giocano come collettivo e la capacità di reagire nei momenti difficili sarà fondamentale per entrambe le squadre. Noi come Italia dovremo non concedere venti-trenta punti nelle prime battute come successo a Roma e Dublino per non dare fiducia ai nostri avversari” [Sergio Parisse, capitano Italia]


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