Home » ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Davide Mondonico

Foto per gentile concessione dell'U.C AlbinoLeffe

Dopo Lorenzo De Grazia del TeramoStefano Antezza del Renate e Stefano Casarotto del Mestre, il girone B di Serie C ha un nuovo talento da mettere in mostra, tutto da scoprire: Davide Mondonico dell’AlbinoLeffe.

Classe 1997, Mondonico è alla sua seconda stagione con la maglia della Celeste, dopo aver compiuto l’intera trafila del settore giovanile nel Milan. Dopo aver saggiato il calcio professionistico lo scorso campionato con 6 presenze, da questo torneo il centrale di Vimercate è entrato in pianta stabile nell’undici di mister Massimiliano Alvini. 17 le presenze finora in questa stagione impreziosite da 2 reti, realizzate al Fano e alla Feralpisalò.

Ciao Davide. Presentati ai nostri lettori. Racconta la tua storia calcistica fino a questo momento e come ti descrivi tecnicamente e tatticamente.
Ciao. Beh, io gioco a calcio praticamente da quando ero piccolo. Fin dai pulcini sono entrato nel settore giovanile del Milan e sono rimasto con i rossoneri per 10 anni, compiendo tutta la trafila delle giovanili arrivando fino alla Primavera. Questo è il mio secondo anno all’AlbinoLeffe. Tatticamente sono un difensore centrale, dotato di una buona struttura fisica e che fa dell’altezza il suo punto di forza. Tecnicamente mi reputo bravo, in particolar modo nelle occasioni dell’uno contro uno.

Quali sono stati gli allenatori che reputi esser stati fondamentali per il tuo percorso di crescita?
In primis, Marino Frigerio che ho avuto all’inizio della mia esperienza nel settore giovanile. Ho passato con lui ore e ore sui campi di gioco e mi ha insegnato molto dal punto di vista tecnico. Poi Omar Danesi, il mio allenatore ai tempi degli Allievi Nazionali. Da lui ho appreso molto dal punto di vista mentale, soprattutto per ciò che concerne la gestione delle partite.

E il rapporto con mister Massimiliano Alvini?
Il mio rapporto con mister Alvini è positivo. Lui è un tecnico severo nell’accezione buona del termine. Infatti mi sprona e vuole che io dia sempre il massimo in ogni allenamento.

In questa stagione stai dimostrando di sviluppare un “vizio” insolito per un difensore, quello del gol. Che emozione si prova nel segnare?
Beh, sicuramente rispetto a un attaccante che è più abituato a segnare è un’emozione insolita. Si è sempre contenti anche se l’obiettivo è sempre fare gol per la squadra.

Il vero “mestiere” del difensore resta comunque quello di evitare che gli attaccanti avversari vadano a bersaglio. Qual è il tuo più significativo intervento difensivo realizzato finora?
Sinceramente non riesco a individuarne uno. Credo che bisogna sempre restare concentrati e pensare che ogni intervento sia determinante. L’intervento difensivo più significativo deve essere sempre il prossimo.

Qual è l’attaccante che più ti ha messo in difficoltà?
Direi Cesarini della Reggiana. Una punta brevilinea, molto forte tecnicamente. Un avversario difficile da affrontare.

Ai tempi del Milan ha avuto la possibilità di allenarsi con la Prima Squadra? Se sì, hai carpito qualcosa dai “grandi”?
Ho avuto modo di allenarmi con la Prima Squadra. Ed è un emozione unica. I grandi poi ti aiutano sempre, ti mettono a tuo agio e ti correggono in caso di errori. Ho cercato di rubare i “trucchi del mestiere”, soprattutto ai difensori.

Quali difensori ti hanno impressionato di più tra quelli con cui ti sei allenato al Milan?
Io ho avuto la fortuna di riuscire, quando ero ancora “piccolo”, a partecipare a una seduta di allenamento nella quale era presente Alessandro Nesta. Ai tempi della mia permanenza in Primavera, invece, mi ha impressionato positivamente Romagnoli.

E il difensore in assoluto al quale ti ispiri?
Direi Piqué, sebbene da lui sono ancora lontanissimo calcisticamente parlando.

In carriera, hai giocato sia a 3 che a 4? Cosa cambia per un difensore la diversa disposizione tattica?
Nel settore giovanile del Milan ho sempre giocato a 4, poi giunto qui all’AlbinoLeffe ho iniziato a giocare a 3. Qui sono stato impiegato in tutti i ruoli della difesa. Anche se sono del parere che più che i numeri, ciò che è più essenziale per la fase difensiva sono i concetti che il mister riesce a trasmettere.

Parliamo un po’ del campionato dell’AlbinoLeffe. Obiettivo playoff?
Sì, l’obiettivo è centrare i playoff e poi cercheremo di dare fastidio a tutte le squadre che vi parteciperanno. Non ci poniamo limiti.

A proposito dei playoff, consentimi una piccola digressione sul tema. Ti piace la nuova formula della post-season?
Si, l’allargamento dei playoff mi piace. Vero, c’è l’aspetto negativo che bisogna giocare tante partite. Ma credo che così facendo che le piccole squadre siano leggermente favorite a scapito delle compagini più qualitative. Quando giochi tante partite, il vantaggio dovuto al tasso tecnico viene meno.

Adesso ti faccio fare dei “nemici” nello spogliatoio. Però dimmi chi dei tuoi compagni è già pronto per il salto di categoria.
Abbiamo qui tanti ragazzi bravi, ma se devo fare un nome faccio quello di Juri Gonzi. Lui era già pronto per il salto di categoria lo scorso anno, ma fortunatamente per noi ha deciso di rimanere.

E Davide Mondonico? Quali obiettivi personali si pone?
Ovviamente tutti sognano di arrivare in Serie A. Io voglio arrivare il più avanti possibile, ponendomi obiettivi da raggiungere. E raggiungendoli….si arriva in Serie A.

Tornando a questa stagione, indossi la maglia numero 2. Vi è una motivazione particolare?
No, semplicemente quando sono arrivato era tra i numeri disponibili e me lo sono preso perché mi piaceva.

Per quanto riguarda il campionato, il discorso per il primo posto è chiuso a favore del Padova oppure no?
Mah, tutti dicono di sì. Sicuramente è la squadra con più possibilità di promozione diretta, ma attenzione alla Reggiana. Gli emiliani sono la compagine che mi ha più impressionato e hanno due partite in meno da recuperare. Potrebbero ancora dar fastidio al Padova.

L’avere a pochi chilometri una squadra come l’Atalanta che sta vivendo il momento più bello della sua storia è uno svantaggio dal punto di vista del seguito?
Innanzitutto, affermo che giocare nello stadio di Bergamo è bellissimo. Noi dobbiamo arrivare ai playoff, poi il pubblico arriverà. Poi io sono un calciatore che cerca sempre di non farsi influenzare dal fattore ambientale e da quanti spettatori ci sono. Poi, ovvio, se c’è una bella cornice di pubblico, fa sempre piacere. 

A tal proposito, quale trasferta ti ha colpito di più dal punto di vista ambientale?
Sicuramente quella di Reggio Emilio contro la Reggiana.