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Sorteggi Mondiali 2018, la richiesta di Azmoun alla presentatrice: “Indossa l’hijab per permettere all’Iran di vedervi”

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A poche ore dall’inizio dei sorteggi che decideranno la composizione dei gironi dei Mondiali in Russia nel 2018, il mondo calcistico, e non solo, si ritrova improvvisamente immerso in una polemica assai delicata, che stavolta va oltre ciò che riguarda meramente lo sport. A far sorgere la discussione sarebbe stata una richiesta molto forte di Sardar Azmoun, stella della Nazionale iraniana (che parteciperà alla competizione, ndr), diretta a Maria Komandnaya, la giornalista russa che accompagnerà Gary Lineker nell’evento previsto oggi pomeriggio: indossare un abbigliamento adeguato e l’hijab (il velo utilizzato dalle donne secondo tradizione islamica) per permettere ai tifosi del proprio Paese di seguire la diretta dei sorteggi senza alcuna censura da parte delle autorità governative. Questo il messaggio scritto dal giocatore sul proprio profilo Instagram:

“Thank you Miss Maria for wearing the appropriate clothing and hijab for the drawing of the World Cup in order to shop it on Iranian channels so all Iranians can watch”

La richiesta del calciatore classe ’95 ha uno scopo preciso: evitare di ripetere quanto accaduto durante i sorteggi per i Mondiali del 2014 in Brasile, quando la TV Iraniana si ritrovò a tagliare diverse parti della diretta per non mostrare Fernanda Lima, la giornalista brasiliana che prese parte all’evento di quattro anni fa come conduttrice indossando un vestito ritenuto eccessivamente scollato dalle autorità religiose del Paese mediorientale. E questo precedente ha segnato profondamente i tifosi iraniani, che già al momento dell’annuncio di chi avrebbe presentato i sorteggi non avevano fatto mancare una serie di appelli lanciati su Twitter diretti verso la Komandnaya, tutti con la stessa richiesta: indossare un abbigliamento adeguato per permettere la visione integrale dell’evento.

La pretesa di Azmoun e dei tifosi del suo Paese, però, non sarebbe così imprevedibile come si pensa. Proprio qualche mese fa, infatti, la giovane stella del Rubin era stato intervistato dalla stessa giornalista russa, che per l’occasione si era recata in una moschea di Kazan indossando il tradizionale velo. Un gesto che non era passato inosservato in Iran e che ora lo stesso calciatore spera possa diventare un precedente in vista del sorteggio dei Mondiali 2018 di oggi.

Ma la richiesta di Azmoun ha provocato l’immediata reazione di diversi movimenti femministi e di tutela dei diritti umani, tra cui il movimento online My Stealthy Freedom, che già da mesi ha lanciato la campagna #whitewednesdays diretta a contrastare la legge dell’Iran che obbliga le donne a indossare il velo. Una pretesa che ignorerebbe colpevolmente gli sforzi fatti finora da tutte quelle donne che da tempo combattono nel proprio Paese, rischiando quotidianamente la vita, per conquistare la propria libertà personale e il rispetto della dignità e dei diritti umani. Questo il post pubblicato su Facebook dal movimento:

“Azmoun’s request is quite odd, especially given that Iranian women themselves have been resisting this compulsory veil in their millions. Instead of protesting the censorship or supporting brave Iranian women’s fight against compulsory hijab, he is acting like a global morality policeman asking a woman outside of Iran’s borders to dress appropriately. We, the women of #whitewednesdays campaign, are really disappointed. We have so many brave women in Iran risking their lives to protest against compulsory hijab laws and now our well-known footballers, instead of being the voice of their people, have become the voice of the restrictive government by trying to force women around the world to wear an “appropriate hijab.””