Russia 2018 – Danimarca: Eriksen e la Seconda Repubblica
La Danimarca va al Mondiale per la quinta volta nella sua storia, l’ultima apparizione è quella di Sudafrica 2010. La qualificazione a Russia 2018 passa per lo spareggio UEFA contro l’Irlanda, dopo aver chiuso da seconda il Gruppo E.
Con 20 punti in classifica (6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte) i danesi si piazzano 4 punti sopra al Montenegro. Il duello fra le due è apertissimo: le squadre rimangono appaiate fino alla penultima giornata, quando si affrontano in terra montenegrina con una situazione di classifica di 16 punti ciascuna.
Il fattaccio è grave per entrambe: l’andata era terminata 1-0 in favore dei montenegrini, che quindi con una vittoria avrebbero sigillato la qualificazione, ma l’intenzione dei danesi era di vincere o almeno pareggiare sperando nella Polonia. Già, perché il Montenegro affronta la capolista all’ultima giornata.
La vicenda è però molto più breve e la Danimarca non deve ricorrere a strazianti speranze: il 5 ottobre 2017, a Podgorica, il sinistro di Christian Eriksen gela l’intero Montenegro e regala alla propria nazionale il secondo posto. L’urna mette l’Irlanda sulla strada della Danimarca verso Russia 2018.
Dopo uno 0-0 a Copenaghen, certo non un bel risultato d’andata per chi deve andarsi a giocare un ritorno di spareggio a Dublino, i biancorossi di Åge Hareide vivono un incubo terribile al 6′ quando l’irlandese Duffy tocca di testa e fa esplodere la Dublin Arena.
Ma c’è un certo Pione Sisto, danese ma nato in Uganda da genitori del Sudan del Sud, che di professione fa il fenomeno al Celta Vigo (9 assist nelle prime 12 partite della Liga 2017/’18): salta un uomo come fosse acqua e serve deliziosamente il difensore del Chelsea Christensen, il cui tiro è così maldestro da essere irrespingibile. È l’1-1, ma è anche il gol che dà la forza alla Danimarca di sfondare e dilagare: finirà 5-1, con una superiore tripletta di Eriksen (una rete più bella dell’altra) e l’immancabile sigla finale di Nicklas Bendtner.
Un grande risultato per Åge Hareide, che è riuscito a conquistare l’accesso ai mondiali da una squadra che non si era nemmeno qualificata a Euro 2016. C’è riuscito facendo rendere al meglio il fuoriclasse della Danimarca, ovviamente Eriksen. Il giocatore del Tottenham aveva segnato appena 7 gol per la sua Nazionale dal 2010, ma con l’arrivo di Hareide ne ha fatti 14 in 12 partite di qualificazione al Mondiale.
Ma alle spalle c’è una squadra composta di giocatori importanti, dal portiere del Leicester Schmeichel, che per cause paterne porta con sé sogni di trionfi assurdi, passando per difensori di livello internazionale quali Kjær, Vestergaard e Christensen e arrivando a un attacco giovane e di buon valore. La situazione è leggermente più difficile a centrocampo, dove non ci sono invece grandi nomi.
Puntando su ragazzi che hanno ancora larghi parametri di crescita pre-Mondiale, come l’atalantino Cornelius, lo stesso Sisto e Yussuf Poulsen del Lipsia, questa Danimarca potrà cercare di costruire una bella squadra attorno a Eriksen. Una Danimarca che non protende di compiere imprese da ’92, ma vuole almeno dimostrare di avere una signora Seconda Repubblica.