Russia 2018 – Una Tunisia basata sulla Tunisia
Questa mattina abbiamo parlato del Marocco, ma anche per la vicina Tunisia, distaccata solo dal lembo di terra algerino, sarà la quinta apparizione alla fase finale di un Mondiale. L’ultima partecipazione in questo caso è più recente: Germania 2006, dove Spagna e Ucraina ne fanno un trampolino di lancio. Prima altre due qualificazioni consecutive ma dopo il Mondiale tedesco una pausa di dodici anni.
Ora la Tunisia è pronta per giocarsi di nuovo una Coppa del mondo, in questo caso Russia 2018. C’è voluto un allenatore con grande esperienza nel calcio tunisino e arabo, ex giocatore della propria Nazionale, ovvero Nabil Maâloul. Lui aveva già ricoperto per un breve periodo l’incarico di CT della Tunisia nel 2013, è tornato poi nel 2017 dopo una deludente Coppa d’Africa per le Aquile di Cartagine.
Si è imposto come primo nel Gruppo A della CAF battendosi fino all’ultimo con la Repubblica Democratica del Congo, piazzatasi seconda a un solo punto di distanza (14; 13). Per questo le due vere partite chiave della qualificazione sono stati gli scontri diretti con i congolesi.
Il primo si gioca il 1° settembre 2017 a Radès e vale la vittoria casalinga per la Tunisia: vantaggio su rigore di Meriah, centrale difensivo che come molti suoi altri compagni di Nazionale milita nel campionato tunisino; pareggio congolese di Bakambu su pasticcio difensivo di Bedoui, la cui intercettazione diventa un pallonetto per il proprio portiere; bandolo della matassa di Chaalali e 2-1 per i padroni di casa.
Davanti a 80mila persone il ritorno è a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo: sembra una tragedia per la Tunisia, in doppio svantaggio per i gol di Mbemba e dell’ex Cagliari e Chievo M’Poku, che segna in avvio di ripresa, ma la reazione si concretizza nell’ultimo quarto d’ora: Ben Amor ringrazia una deviazione al 77′ e accorcia le distanze, poi il pareggio di Badri sul meraviglioso assist di Msakni fa esplodere la panchina tunisina.
La qualificazione è ormai vicinissima e arriva l’11 novembre 2017 grazie al pareggio contro la Libia. Un trionfo certamente di Maâloul, un allenatore che dona mille volti alla sua squadra per farla rendere al meglio contro ogni avversaria: ci riesce. Sfrutta uno zoccolo duro del campionato tunisino a cui vanno aggiunti i pochi stranieri.
Khazri è il fuoriclasse, in prestito al Rennes dal Sunderland, è un esterno d’attacco ma nemmeno lui è sempre stato utilizzato. Alla base c’è uno studio della gara metodico, in cui gioca solo chi può essere determinante nella gara. Per questo hanno avuto il posto quasi sempre assicurato Msakni e Chaalali, il primo esterno di fascia che predilige la tecnica, il secondo un recuperatore di palloni da centrocampo in muraglia, capace però anche di andare al tiro e offrire corsa.
Questa è la Tunisia in versione Mondiale, basata sul proprio campionato molto più di altre nazionali africane, composta da calciatori che giocano quasi sempre nei propri club e che hanno voglia di sfruttare l’occasione che il calcio ha dato loro dopo dodici anni.