Male se non malissimo
In questi giorni la Nazionale Femminile di calcio, guidata da Antonio Cabrini, ha cominciato la sua avventura all’Europeo. E non l’ha cominciata nel migliore dei modi.
Le Azzurre hanno infatti perso la gara d’esordio contro la Russia, avversario almeno sulla carta assolutamente alla nostra portata e che invece ha messo in campo, soprattutto nel primo tempo, una prestazione tutta muscoli e cuore mettendo in chiara evidenza le nostre lacune difensive, accentuate dalla forzata sostituzione di una senatrice come Sara Gama appena al 20′ per problemi fisici. Nel giro di meno di trenta minuti le russe sono andate a segnato prima con Danilova e poi con Mozorova (la migliore in campo a mio avviso) e solo lo stravolgimento della formazione con le sostituzioni e l’assalto finale all’arma bianca hanno portato al gol purtroppo inutile di Ilaria Mauro.
Guardando il primo tempo contro la Russia non sono non potute venire a mente le scene della scorsa Cyprus Cup quando le nostre ragazze hanno perso in maniera incredibile contro Belgio e Svizzera. Con la Russia si è ripetuto lo stesso copione visto contro il Belgio: una squadra sulla carta a noi inferiore ma che ha usato tenacia, grinta e corsa mandando l’Italia in confusione soprattutto in difesa, dove Salvai e socie hanno giocato spesso troppo disinvolte in una zona del campo dove perdere palla può essere tragico. Almeno questa volta Cabrini non ha parlato di “stanchezza mentale e fisica“, visto che il campionato italiano è fermo da un mese e le calciatrici hanno avuto trenta giorni per preparare la sfida almeno sulla carta più appetibile per noi, come evidenziato da loro stesse nelle interviste post-gara.
Ai tempi della Cyprus Cup Cabrini disse che bisognava prepararsi al meglio per presentarsi all’Europeo in condizioni fisiche e mentali migliori e che bisognava saper affrontare e gestire le cose in una certa maniera e valutare gli errori che si erano fatti. Purtroppo pare che le ragazze siano ripartite da zero ripetendo gli stessi errori di qualche mese fa e addirittura regalando un tempo intero alle avversarie, un lusso che in campo internazionale non ti puoi assolutamente permettere. I numeri alla fine del torneo cipriota furono impietosi (zero punti, un gol fatto e ben tredici subiti) e sul banco degli imputati finì non solamente la difesa bensì la fase difensiva nel suo complesso, con il nostro centrocampo che resse solo nella prima gara e che dalla seconda partita in poi andò in pezzi con le giocatrici avversarie che facevano un po’ quello che volevano. Inutile dire che non vorremmo rivedere un identico tabellino.
Mi rifiuto di imputare qualche colpa alle assenti giustificate come Alice Parisi per il fatto che non credo che quattro o cinque giocatrici possano cambiare l’approccio mentale che è sembrato fallimentare. È una questione di testa, non di muscoli. Ed ora abbiamo davanti a noi due colossi del calcio in rosa come Germania e Svezia che hanno preferito non farsi del male a vicenda per poi giocarsi tutte le loro chance di qualificazione contro noi e le russe. Con queste premesse la qualificazione sembra davvero una missione ai limiti dell’impossibile.
La cosa che lascia più perplesso però, ripeto, è come questa sconfitta sia maturata. Lanci lunghi a scavalcare il centrocampo senza costruire l’azione, poco sfruttamento delle fasce dove invece nei pochi attacchi capitati avevamo mostrato di essere vincenti e di riuscire a creare pericoli, scollatura tra i reparti, troppa frenesia e scelte di passaggio spesso sbagliate… Sembra quasi che la squadra abbia abdicato i suoi doveri verso l’impegno internazionale o che addirittura non sostenga più Cabrini. E nel pieno di un Europeo a dir poco fondamentale per le sorti del movimento femminile italiano un simile dubbio non ce lo possiamo permettere.