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Lugano, Tramezzani e Renzetti a colloquio

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Dopo il burrascoso fine settimana, oggi dovrebbe essere il giorno del chiarimento, a Lugano, fra Tramezzani e Renzetti. Come abbiamo ampiamente riferito, il presidente bianconero, domenica, dopo il KO interno con lo Young Boys, era furioso. Ieri sera, a Fuorigioco, la popolare trasmissione sportiva condotta, su TeleTicino, da Luca Sciarini, sia il giornalista che i suoi ospiti sono apparsi piuttosto stupiti rispetto all’accaduto. Una sconfitta coi bernesi, in fondo, è avvenimento prevedibile, e anche le circostanze non sono state particolarmente negative (lo scorso anno, come si ricorderà, i ticinesi subirono, anche se in trasferta, un umiliante 7-0).

Ieri sera, nel corso di un intervento telefonico durante la citata trasmissione televisiva, il patron bianconero è apparso più tranquillo, fermo restando che ha rimarcato, ancora una volta, le cose che non ha digerito nel corso della settimana. All’allenatore è stato addebitato, in particolare, di non avere concordato con la società la visita, lunedì mattina, a una fabbrica della regione. Ma la cosa  che ha maggiormente indispettito Renzetti, è stato fare scelte tecniche, a suo dire, suicide (l’esclusione di Sabbatini per esempio, anche se il pres non ha fatto nomi) per impartire non ben precisate “lezioni” allo spogliatoio. In un’intervista a Radio 3i, ieri mattina, il presidente era arrivato a dire che l’allenatore era “fortunato ad avere un contratto di due anni” e che lui era comunque pronto“fare, se necessario, un sacrificio economico”: insomma, un vero e proprio preavviso di sfratto.

Analizzando tutti gli elementi in nostro possesso, diremo la nostra. Tramezzani non è in pericolo, tutto sommato. Però, il presidente non ha per niente gradito la gestione  (soprattutto mediatica) della vicenda. L’allenatore ha sempre dichiarato che la “visita motivazionale” di lunedì scorso doveva restare “un fatto privato.” Con grande intelligenza, non ha  parlato della cosa con nessuno, neppure coi grandi giornali sportivi della Penisola, che pure lo hanno corteggiato per avere un’intervista. Tuttavia, il fatto che la notizia sia comunque arrivata, e abbia avuto grande clamore anche all’estero (e non solo in Italia), dando un’esposizione mediatica non positiva alla società bianconera, non è piaciuto al presidente.

Renzetti ha inoltre avuto la sensazione che il tecnico abbia cercato visibilità mediatica (pur avendo dichiarato il contrario), ma a scapito dell’immagine di squadra e società. Non sappiamo se il presidente fosse effettivamente all’oscuro dell’iniziativa. Tuttavia, è certo che l’idea fosse quella, inizialmente, di portare il gruppo in un cantiere edile (l’attività imprenditoriale del massimo dirigente bianconero), e che si sia ripiegato su un’altra impresa  (di proprietà comunque di un tifoso) per motivi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Renzetti è stato zitto sino a domenica sera, per poi esplodere domenica pomeriggio vedendo l’esclusione di Sabbatini  (pezzo pregiato del prossimo mercato bianconero) dall’undici iniziale. La sconfitta ha fatto il resto.

In conclusione, siamo certi che il dissidio verrà appianato, nell’interesse di tutti. Certo, il tecnico emiliano, in futuro, dovrà probabilmente essere meno “creativo”, soprattutto fuori dal campo. Dentro, invece, bisognerà far ritrovare al gruppo la determinazione e la concentrazione che si erano viste prima di Thun. I ticinesi, alla ripresa, sono attesi dalla non facile trasferta di Lucerna, contro un avversario che, all’andata, ha vinto entrambe le partite. I biancoblù avranno, probabilmente, la testa sulla semifinale di Coppa a Sion: insomma, sarà una sfida apertissima, che potrebbe chiudere tutte le polemiche. La classifica, come si diceva ieri negli studi televisivi di TeleTicino, per ora è tranquillizzante: tanto vale, quindi, pensare al campo, e a una salvezza che appare, comunque, alla portata dei sottocenerini.