ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Simone Bastoni
Torniamo a occuparci, nel nostro ormai consueto appuntamento settimanale con i nuovi talenti della Lega Pro, del Girone A. Dopo l’intervista con Tommaso Augello della Giana Erminio, con Claudio Santini del Pontedera, con Saber Hraiech del Piacenza e con Federico Zenuni del Tuttocuoio, è giunto adesso il turno del centrocampista Simone Bastoni. Arrivato in prestito dallo Spezia, l’attuale giocatore della Carrarese (classe 1996) è dotato di un talento cristallino e di una leadership innata; può giocare tranquillamente sia come centrale sia come centrocampista di sinistra o di destra.
Ciao, Simone! Nato a La Spezia, hai iniziato a giocare nelle giovanili e nella primavera della tua città, per poi spostarti a 17 anni in Serie B nella squadra ufficiale e, l’anno seguente, a Siena nel Girone B di Lega Pro: in che modo hai vissuto il trasferimento? Cosa ricordi particolarmente di quella esperienza?
Quella a Siena è stata certamente un’esperienza estremamente positiva. Per quanto riguarda il trasferimento, per me non è stato molto facile andare via di casa, perché era la mia prima avventura fuori dalle mura domestiche ma, come ho già detto, è stata un’esperienza davvero molto piacevole e, soprattutto, mi è servita tanto per crescere sia a livello calcistico sia a livello comportamentale e personale.
Quest’anno possiamo dire invece che sei tornato in casa, andando in prestito alla Carrarese. Fino a ora hai realizzato 3 gol: il primo nella 13a giornata contro il Como, il secondo nella 17a giornata contro il Pontedera e il terzo nella 26a giornata contro il Tuttocuoio. Quale ritieni sia stata la tua rete più bella?
Sicuramente la più bella è stata la mia prima rete realizzata, quella contro il Como. I gol contro il Pontedera e il Tuttocuoio sono stati due rasoterra, questo invece è entrato all’incrocio dei pali: ho stoppato la palla al limite dell’area, ho provato ed è andata sotto la traversa. Inoltre, la rete è servita anche per portare a casa i tre punti.
Nasci centrocampista o ti sei trovato catapultato in questo ruolo, per poi farlo tuo? Quale credi sia il tuo punto di forza e quale l’aspetto su cui devi ancora lavorare?
Sono nato come centrocampista, ho sempre giocato a mezzala sin da quando ero piccolino. Il mio punto di forza è certamente il mio piede sinistro, mentre devo ancora lavorare senza dubbio sul destro, perché faccio molta più fatica.
Quale pensi sia la squadra più forte affrontata durante questa stagione e quale giocatore avversario ti ha colpito maggiormente per le sue caratteristiche?
Indubbiamente la squadra che mi ha impressionato di più di tutte è stata la capolista Alessandria, perché è composta da ragazzi veramente di alta categoria. Per quanto riguarda il giocatore che mi ha colpito maggiormente, invece, ti dico uno sempre dell’Alessandria: González. Nella partita giocata contro di noi è stato veramente l’uomo in più.
Tra tutti i compagni di squadra, invece, con chi hai legato maggiormente?
Mi sono trovato subito bene con tutti i ragazzi, in realtà. Sono arrivato nella Carrarese l’ultimo giorno, potevano esserci dei problemi per questo, invece tutti mi hanno dato una mano a integrarmi all’interno della squadra e sono stati pronti ad aiutarmi in qualunque occasione.
Da bambino chi era il tuo modello nel mondo del calcio?
Quando ero piccolino, il mio modello calcistico era Del Piero, però adesso mi ispiro di più a un centrocampista come Marchisio.
Cosa avresti fatto se non avessi intrapreso questa strada?
Avrei continuato certamente gli studi, cosa comunque che sto pensando ancora di fare. Avevo intrapreso la carriera universitaria in ingegneria, ma in questo caso forse preferirei laurearmi in un ambito un po’ più vicino al quello sportivo. In ogni caso, questa è un’idea che non ho abbandonato e che sto ancora valutando.
Alti e bassi quest’anno per la Carrarese, su cosa pensi si debba lavorare di più per risollevare le sorti della squadra?
Penso che sia necessario cercare di essere sempre una squadra compatta, perché dobbiamo lavorare insieme ogni giorno di più per raggiungere il nostro obiettivo, che è adesso la salvezza.