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Cagliari, Rastelli: “Borriello attaccante determinante, vede la porta come pochi in Italia”

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Il netto 4-1 rifilato al Genoa ha portato in sala stampa un Massimo Rastelli al settimo cielo per la prova dei suoi:

Nel commentare la grande prestazione dei suoi, il tecnico ha elogiato il punto di riferimento centrale dell’attacco rossoblù: “Borriello per noi è un giocatore importantissimo, era stato fuori per un problema alla caviglia ma, in un certo senso, possiamo dire che gli fa anche bene saltare qualche gara ogni tanto, così da risparmiare le energie ed essere più fresco. Specie in casa è determinante: vede la porta come pochi in Italia“.

Su Di Gennaro e il forfait prima del calcio d’inizio: “Durante la settimana aveva avuto un leggero fastidio, poi mi ha detto di sentirsi di tentare. Purtroppo durante il riscaldamento ha risentito nuovamente dello stesso problema fisico e ho dovuto schierare Tachtsidis al posto suo, anche perché non mi andava di sprecare una sostituzione. Panagiotis è entrato a freddo, ci ha messo un po’ a carburare ma credo che abbia poi fatto una grande prestazione“.

In tema di giovani dal sicuro avvenire, Rastelli si toglie un piccolo sassolino dalla scarpa: “Si parla sempre dei giovani promettenti delle altre squadre ma mai abbastanza, secondo me, del nostro Barella e non so perché. Non dimentichiamoci che è un 1997 e ha giocato quasi sempre, cresce di partita in partita“.

Ovvia l’analisi della partita: “Preparata credo nel miglior modo possibile, cercando specialmente con Farias e João Pedro di allargare leggermente il nostro gioco per non permettere ai due centrali-laterali del Genoa di metterci in difficoltà. Paradossalmente, abbiamo sofferto di più dalla parte di Murru – dove avevamo contro un uomo in meno – che dall’altra, dove pure giocavano Laxalt e Ocampos. Sia Dessena che Isla sono stati quasi perfetti. Nicola (Murru), rientrando dopo una lunga assenza, ha faticato proprio a trovare il ritmo gara ed è normale; è venuto comunque fuori bene alla distanza“.

Sul vantaggio del Genoa, c’è forse un problema psicologico: “I ragazzi scendono in campo sempre molto contratti, non riescono mai a esprimere tutte la loro potenzialità. Forse è l’ansia, forse è la pressione, non so: a volte serve come l’episodio negativo, andar sotto, per rientrare in gara. A quel punto riusciamo a esprimerci di più, questa partita lo dimostra. Avevamo lavorato tutta la settimana sui duelli 1 vs 1, attirare gli spazi per venire incontro al compagno“.

Soddisfatto l’ex tecnico dell’Avellino soprattutto per la ritrovata solidità difensiva: “Rispetto alle altre partite, a Milano col Milan e in casa col Genoa abbiamo concesso pochi tiri. Questo lo ritengo un dato fondamentale, perché oltre a prendere troppi gol in precedenza gli avversari erano riusciti ad andare al tiro troppo facilmente. Grazie al lavoro e ai piccoli accorgimenti studiati, su cui lavoriamo in allenamento, si sono apprezzati i miglioramenti“.